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martedì 4 gennaio 2022

Lubricated Goat ‎– Psychedelicatessen (1990)


In uno dei primissimi Rockerilla che comprai, nel 1993, c'era un servizio su questo gruppo australiano (Sidney) dal nome improbabille, descritto come temibile, rumoroso e composto di personaggi ben poco raccomandabili. Parole che a quasi 30 anni di distanza suonano ben poco intimidatorie, ma che all'epoca rientravano perfettamente nell'estetica di quel giornale, che usava (ed abusava di) descrizioni alquanto variopinte pur di scatenare sensazioni di curiosità. E' vero comunque che la storia di Stu Spasm, leader ed unico membro fisso dei LG, non fu esente da inconvenienti. Nel 1990, durante il loro primo tour europeo, con concrete possibilità di infilarsi nel carrozzone alternativo di riscontro popolare underground, venne accoltellato a Berlino e necessitò di qualche anno per riprendersi.

Psychedelicatessen è un buon compendio di garage-alternative-noise venato di psichedelia, dotato della cattiveria giusta per adescare il pubblico di Cows, Cop Shoot Cop e compagnia malevola. Predica il verbo originario dei migliori Stooges, pizzico di perversione inclusa, con delle prospettive noise-rock che, come detto, li avrebbe potuti far riscontrare negli Stati Uniti se fossero approdati ad esempio alla Amphetamine Reptile o alla Touch & Go. Eccellente la registrazione.

mercoledì 22 marzo 2017

Inutili ‎– Elves, Red Sprites, Blue Jets (2016)

Trio di mattacchioni abruzzesi che con fare pacioso e divertito giocano con una nutrita serie di luoghi comuni del passato. Mi si passi i termini, magari gli Inutili prendono la loro musica molto sul serio, ma io la vedo così. Già il nome del gruppo stesso è memorabile. Al primo ascolto sembra una band di bassa lega, al secondo già la considerazione sale parecchio, al terzo la simpatia è inevitabile ed alcuni motivi restano in testa.
Il garage è il punto di partenza; selva di chitarre, ritmiche scalcinate, chiasso generale e caos organizzato. La prima metà del disco è quella grosso modo classica: Velvet Underground, l'indie-rock americano più slacker degli anni '90 (vengono in mente gli Strapping Fieldhands), Jon Spencer Blues Explosion, Sonic Youth, addirittura i Doors.
Nella seconda metà i ritmi si allentano, si allentano anche i cordoni di tenuta ed il suono si slabbra, compaiono delle tastiere astruse; è la controparte sperimentale degli Inutili. E' chiaro che non sono degli innovatori, ma alla fine guadagnano un loro stile che va oltre la miriade di influenze.