martedì 9 maggio 2023

Maquiladora – What The Day Was Dreaming (2003)

 

I miei beniamini dell'alt-country americano, in definitiva, al quarto album. Un gruppo purtroppo criminalmente sottovaluato, persino in un periodo in cui il genere incontrava il favore della critica generalista, che però l'ha ignorato a piè pari (a parte Scaruffi, che invece non ha lesinato elogi). Di certo non ha aiutato il fatto di avere un nome particolare ma corrispondente ad un pezzo dei Radiohead, nè gli omonimi che sono sopraggiunti successivamente. What The Day Was Dreaming fu un'altra dimostrazione di grande talento espressivo e compositivo, fatto di suoni sonnolenti, ballads carezzate in punta di dita, echi di falò notturni ed un cuore enorme, gigantesco. Sudden Life, Drunk and lightning fires, Leave the music on, Waiting gli episodi più memorabili, ma non c'è nulla di sbagliato in tutta la scaletta. Facile identificare Neil Young come padre putativo, io ci sento anche l'eredità preziosissima dei Rex ed in prospettiva anche un influenza esercitata sulle cose più roots-oriented degli Antlers di un decennio dopo. Stiamo parlando di nobiltà, dopotutto.
 

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