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giovedì 10 giugno 2010

Studio Ten - Live in Modigliana 29-08-2009










A 4 anni dall'estemporanea reunion del Massettastock 2005, lo Studio Ten torna in vita con una formazione rinnovata per 2/4, suonando nell'ambito del motoraduno di Modigliana tenutosi ieri sera sul letto cementato del torrente che attraversa il paese. Una location veramente suggestiva, contornata da costruzioni di sapore antico, in un paese che sa mantenere le proprie radici con naturalezza e rispetto.










Con due acquisti di notevole spessore, Nico Hippy ed io abbiamo resuscitato la bestia hard-rock che era in letargo da lungo tempo. NicolOne è suo compagno batterista negli Zio Jack, nonchè da anni itinerante con i Natural Biskers; un amante dell'hard rock che però non ha mai suonato live, ieri sera ha coronato il desiderio, oltretutto proprio sotto casa sua. Fabio è un vocalist di Santa Sofia che conosciamo da anni, per via di alcuni palchi condivisi nella Val Bidente ai tempi del mark I nel 2003.













Arrivati col fiatone e solo due prove alle spalle durante la settimana scorsa, abbiamo arrangiato un set di una quindicina di pezzi su Zeppelin, Sabbath ed Hendrix, con un paio di parentesi acustiche. Ovviamente la coesione non ottimale e qualche problema tecnico per NH (umidità che scordava la sua Les Paul) non hanno aiutato a rendere questo esordio impeccabile, ma le cose non possono che migliorare se ci sarà un calmo rodaggio. Attendiamo date!



giovedì 13 maggio 2010

Hammers Trio - Live at X-Ray 20-01-09


Abbiamo fatto la prima data un minimo seria, di fronte ad un centinaio di persone all'X-Ray, dopo l'esperimento della Fiera delle Chitarre (con Piero Pelù nel pubblico) e il deserto totale del bagno di Porto Corsini quest'estate. Nello stesso pub avevo suonato 2-3 anni fa con i DP riempiendolo in maniera inverosimile, ma va bene lo stesso per carità, dei nostri amici erano soltanto in una ventina, e il piacere di suonare su un palco, uno qualsiasi, è impagabile.
Oltretutto è andata anche abbastanza bene, qualche imperfezione non toglie valore ad un concertino qui registrato perfettamente (courtesy by Lugi), al quale Antonio ha voluto togliere 3 pezzi che secondo lui erano venuti male.
Il solito set a base di Vaughan, Hendrix e Cream, anche se devo dire che non si finisce mai di imparare anche su argomenti saputi e risaputi, perchè alla fine un mio amico mi fa bella la canzone di Stevie Wonder! Bene, non sapevo proprio che Superstition fosse sua, così sono corso a risentirmi l'originale....

(originalmente pubblicato il 21/02/09)

mercoledì 28 aprile 2010

Bombetta's - The best of 2005-2006

Un remember in attesa di iniziare la nuova, 4° stagione dei Bombetta's, che dovrebbe partire il mese prossimo tempo permettendo. La missione quindi continua, anche se quest'anno abbiamo praticamente interrotto a febbraio per l'impegno che Max ha avuto nella produzione del demo di un suo caro amico. Qui mi soffermo sulla prima tranche, quella che vedeva il mio ingresso, le prime registrazioni e la defezione del cantante Manuel, dopo l'esaurimento nervoso della sua song che non veniva mai bene (qui inclusa in una versione molto rough). La qualità audio non è certo delle migliori, il computer era vecchio e non supportava Cubase, ma c'era un entusiasmo e una freschezza invidiabile. La formazione comprendeva, oltre a Max Stefano e me, il chitarrista ritmico Spuggy, un ragazzo simpatico e tranquillo che poi alla stagione successiva abbiamo defenestrato senza troppi complimenti, nel momento in cui ci siamo trovati ad avere spesso Davide e Meo (qui presente come special guest in una sera). Quindi ho selezionato questo mattone impro-jazz-garage, nel termine più rozzo e grezzo possibile, da una sfornatura continua che in qualche modo sorprendeva anche noi. La presenza della chitarra forse rendeva le cose un po' funky o danzerecce e il canovaccio non era ancora puro impro-selvaggio; alcuni pezzi si studiavano e si riprovavano diverse volte, giusto per sentire come venivano.
Ho riascoltato molto questa stagione, quasi per caso, durante le ferie. Sono convinto che gli altri non si ricordano neanche niente, eppure a modo suo sono rimasto stupito di certe cose che avevo rimosso anch'io. Innanzitutto ci sono 3 che sono fra le mie preferite in assoluto dei Bombetta's, quasi sempre composte sul momento da Stefano. Una è Giant Suite, che per l'appunto è una montagna di 40 minuti registrata nel marzo del 2006, autentico manifesto di intenzioni frazionato in 5-6 motivi diversi incastrati fra di loro. Poi c'è Insanity, un pezzo brioso in cui siamo tutti molto ispirati e Soundtrackers pt.3, una splendida miniatura così chiamata perchè immaginata come colonna sonora per un momento strappalacrime di film o teatro.
Non interesserà a nessuno e non m'importa, ma se qualcuno per curiosità se lo ascolta consideri sempre che: 1) è musica di sottofondo 2) siamo musicisti amatoriali 3) la prima è sempre buona perchè fondamentalmente è l'unica e mai ripetibile!

(originalmente pubblicato il 26/08/08)

lunedì 26 aprile 2010

Hammers Trio - Demo Maggio 2008

Con i Bombetta's che sembrano entrati in una sorta di hiatus, (così si dice quando un gruppo non si scioglie ma non si ritrova per un certo tempo senza un motivo vero e proprio), fortunatamente mi trovo coinvolto nell'Hammers Trio con qualche speranza di suonare live dopo il mini-gig alla fiera delle chitarre al Naima che a quanto pare ha dato responsi positivi. Così una sera ci siamo recati in uno studio a Faenza (oddio non ricordo il nome, so solo che il responsabile è un ragazzo chiamato Lugi e in cabina regia c'era il gentilissimo Mingus) e abbiamo registrato in presa diretta
i 5 pezzi di Vaughan che fanno parte per ora del nostro repertorio.
Siamo abbastanza soddisfatti del prodotto finale e abbiamo in programma l'ampliamento con altre cover su indirizzo maggiormente vintage (ad es. Cream). Per adesso questo piccolo promo serve per cercare di raccattare qualche data in vista dell'estate!

(originalmente pubblicato il 30/05/08)

venerdì 23 aprile 2010

Live at Naima 06/04/2008 Hammers Trio-Naima for 1Day







Piccola citazione per un progetto one-shot al quale ho collaborato avendo il piacere di fare un concertino al Naima domenica scorsa nell'ambito della Fiera Delle chitarre Vintage.
Trattasi di un power trio composto da Antonio Martelli, bluesman imolese di razza col pallino per la strumentazione d'epoca, che avevo coinvolto un paio di volte nei Bombetta's, e addirittura del professionista (io l'ho definito lo straniero, tanto x intenderci) Roberto Morsiani, batterista che ha militato per diversi anni negli Skiantos, ha fatto apparizioni Tv e via dicendo.
Abbiamo preparato in un paio di prove un breve set di circa mezz'ora comprendente alcune cover di Steve Ray Vaughan. Alle 17 circa siamo saliti sul piccolo palco predisposto ad un lato della sala e abbiamo intrattenuto gran parte del pubblico, fra cui si poteva notare anche Piero Pelù. Data la natura improvvisata e scherzosa del progettino, si può dire che sia andata abbastanza bene.
(originalmente pubblicato il 08/04/08)

mercoledì 21 aprile 2010

Bombetta's - Live Quintet in Studio 19-11-2007

Ultimamente siamo un po' fermi sul fronte Bombetta's. Un mal di schiena micidiale mi ha messo k.o. da 10 giorni a questa parte, proprio mentre stiamo cercando di registrare qualche base in studio. Il maestro Stefano è sempre più incasinato nei suoi turni di ambulanziere. Nessun problema, in ogni caso Max svaria sempre da un fronte all'altro, mentre Davide continua a girare il mondo con i Mamacita e Meo dovrebbe provare a fare qualcosa con Cubase a casa, se ne avesse voglia. Questa fu l'ultima jam live registrata in quintetto, ormai sono passati 3 mesi e devo dire che è stata una delle migliori che abbiamo fatto. Non vorrei sembrare narcisista, ma la simbiosi è ad ottimi livelli. Un'ora e mezza di flusso continuo di impro-suite, nella quale ci siamo fermati 2 o 3 volte al massimo. Ho diviso il tutto in 15 pezzi. Il risultato è un sound un po' più soft del solito come ritmi, meno ballabile e più mentale, meno garage e più lounge.
Quando l'abbiamo riascoltato, Stefano ha detto che gli sembravano colonne sonore per servizi televisivi tipo L'arca di Noè o Licia Colò (! :-) ).

(Originalmente pubblicato il 08/02/2008)

Studio Ten - The last days (Autoproduzioni 2005)

Ovvero l'ultima reunion, tenutasi a chiusura del nostro suggestivo Festival, nella rustica cornice della Massetta. Non esistevamo più da un paio d'anni ma decidemmo di risalire sul palco per fare un po' di casino, anche perchè avevamo pochi gruppi di nostri amici disponibili a venire a suonare in cambio di birra e salsicce (!). Io, Nico Hippy e Giuliacci facemmo sì è no un'oretta di prove al Teatro Jolly di Rocca per togliere un po' di ruggine dai pezzi. Inizialmente pensavamo addirittura di far cantare Bonacci, il vocalist di Wood Flowers e Più Gusto, più che altro perchè Vince Fefè Sansonelli era uccel di bosco, era impossibile recuperarlo fra fidanzata, tornei di calcetti e case da vendere. E difatti il live iniziò con Breathe cantata proprio da un Bonacci in preda all'alcool. Ma Fefè ci teneva a riprendersi il suo posto e non era mancato per l'occasione, così quando Nico Hippy attaccò il riff di Warnight sulle ultime ondate di On the run, fu proprio Bonacci a presentare il suo ritorno in grande stile.
Furono 45 minuti torrenziali, ovviamente senza nessuna scaletta. Giuliacci perse le bacchette più di una volta, dandoci modo di improvvisare divertendoci. Non eravamo più determinati come 2 anni prima ma le vibrazioni erano sempre molto positive.

Alchè, sull'onda dell'entusiasmo, accettammo di buon grado l'invito del carismatico Foscolo che ci chiese di presenziare in Piazzetta del Mercato il martedì successivo per una serata della sua gloriosissima rassegna live con la quale ci eravamo già esibiti nel 2003. Ma quella che doveva essere un'altra serata di sano divertimento si trasformò in un autentica disfatta sotto tutti i punti di vista. Alle 21 la gente era già seduta in attesa di ascoltare qualcosa, il palco era bello e montato ma Nico Hippy e Giuliacci erano spariti dalla circolazione, non si trovavano. Per giunta Fefè fu investito da un autentico tsunami emozionale; proprio in quei minuti quella che era stata la sua fidanzata da qualche anno prese la decisione di rompere il rapporto e lo lasciò lì inebetito e distrutto moralmente! Ovviamente non sarebbe stato in grado di cantare e quando i due cugini arrivarono, alle 22 inoltrate, comunicai loro che avremmo suonato in tre. Vabè, poco male, dai, ci alterneremo un po' alla voce. Così Nico Hippy attacca il riff di Green is the colour, tempo 20 secondi e arriva un temporale estivo, uno di quelli che ti fradicia e dopo 10 minuti se ne va.
Un'episodio talmente comico e paradossale di cui ho tenuto la registrazione, come se fosse un disco di musica concreta, un episodio involontario di field recordings.
(Originalmente pubblicato il 06/02/2008)

Red Joints - Chamber Sflember (Autoproduzioni 2005)

Sono quasi imbarazzato a scrivere di questo progetto one-shot che mi ha coinvolto 3 anni fa, e per diversi motivi. Prima di tutto perchè tutti i miei amici, ma proprio tutti, l'hanno stroncato senza pietà, compreso il mio compagno d'avventura che l'ha rinnegato fin da subito e addirittura mi ha posto il veto, minacciandomi di querela nel caso in cui l'avessi divulgato fuori dal mio ufficio!!! Ma adesso penso che possiamo ritenerci in prescrizione, caro Berto.... :-)
In effetti è il progetto più ostico che abbia mai fatto, escluse le mie divagazioni solitarie sparse negli anni. Dicembre 2004: non ho più uno straccio di gruppo con cui suonare, ma continuo ad allietare le mie serate invernali con un vecchio amico chitarrista. Albertinello era stato il chitarrista blues-noise dei Gargamella's, da cui però era stato escluso per incoerenze col resto del gruppo. Cambiò nome e diventò Eriberto Natzario per imbracciare una Santa Fè classica con la quale si arrampicava in imprendibili e tortuosi sentieri acustici. Decisi di provare ad andargli dietro col basso e con la voce, e non era certo facile....Poteva citare i Black Sabbath e i Nirvana, i Pink Floyd e i gli Arab Strap, e infilarci un vecchio blues nel mezzo. Era un contrasto stridente e facevamo delle jam a basso volume che potevano andare avanti per ore, facendoci un sacco di risate....Era anche la reazione al periodo: ero un po' scazzato a livello personale per colpa di una storia appena finita con una ragazza, i miei gruppi erano finiti a fanculo e volevo cazzeggiarmi senza capo nè coda col mio amico vulcanico.
Decisi che avrei voluto registrare qualcosa, anche solo per sentire che effetto avrebbe fatto il giorno dopo. Il mio entusiasmo contagiò un incontrollabile Eriberto e nel corso dei 3 mesi successivi ci trovammo puntualmente per fare sedute di registrazione nel mio ufficio. Decisi che ci saremmo chiamati Red Joints, citando un pezzo dei Gargamella's che lui stesso aveva scritto. Poi selezionai le parti migliori e ci scappò un cd da 80 minuti, intitolato Chamber sflember. Ovviamente era stato registrato in presa diretta con una Soundblaster, feci solo qualche overdub di tastiera midi e diedi un riverbero da chiesa al tutto. Come definirlo?
Psichedelia da camera? Blues acustico psicopatico? Delirio freak-out medioevaleggiante? Un vuoto spazio-temporale privo di ritmo che fluttua nel cosmo? Oppure molto semplicemente, secondo i miei amici, vera ed autentica merda da sballati????
Se qualcuno ha abbastanza coraggio, 1300 è il pezzo che piaceva di più a Natzy.
Se poi non basta e ci si vuol continuar a fare del male, Sergio Leone, prego!

(Originalmente pubblicato il 23/01/2008)

Sflember - The aborted project (Autoproduzioni 2004-2005)

Nell'autunno del 2004 io e Nico Hippy avevamo deciso di non mollare. Tutti i gruppi con cui avevamo suonato fino a quel momento erano finiti, vittime di incomprensioni, abbandoni o di semplice scazzo comportamentale. Ci sedemmo e decidemmo di prendere gli spunti che nei 2 anni precedenti avevamo composto, bene o male, durante le varie jam. Perfezionammo qualche struttura, aggiungemmo i testi dove mancavano e alla fine avevamo in mano una decina di pezzi inediti. Poi decidemmo la formazione del gruppo che le avrebbe potute suonare. Registrammo le basi essenziali live nella cantina di Giuliacci, poi aggiungemmo la voce e qualche effetto al computer a casa mia. I pezzi non erano nulla che avrebbe sconvolto la storia del rock ma ci piacevano e avremmo pensato che, proponendoli dal vivo, avremmo riscosso qualche consenso in più. In fondo eravamo stanchi di fare dell'hard-rock '70 e lo stile in cui avevamo pensato di metter giù i pezzi guardava anche un pochettino ai giorni nostri. Pensammo di coinvolgere il bravissimo chitarrista Frankini, un amico che ci aveva supportato al Massettastock e suonava con diversi gruppi nel forlivese. Avremmo voluto una formazione a 6-7 elementi, ma era realmente impraticabile!
Il problema principale era trovare la sala prove in cui provare con una certa frequenza. Guardandoci attorno, l'unica soluzione valida era quella comunale di Forlì in Via Dragoni. La tariffa era abbordabile ma il problema era che bisognava prenotare un mese prima, e bastava un forfait di uno per mandare tutto a ....... Riuscimmo a trovarci un paio di volte in tutto, poi la frustrazione ebbe il sopravvento e in pratica abbandonammo l'idea del gruppo, sul quale non avevamo ancora deciso il nome. Nico Hippy avrebbe voluto continuare ad usare la sigla Studio Ten, visto che 3/4 erano ancora presenti. Io invece preferivo un nome nuovo e più originale come Sflember.
Ho fatto una piccola selezione delle bozze e dei provini grezzi che eravamo riusciti a completare prima di sbandare per l'ultima volta.

(Originalmente pubblicato il 19/01/2008)

martedì 20 aprile 2010

Scarabus - Live at Naima 12-02-2004 (Autoproduzioni)

Per quanto mi riguarda gli Scarabus sono sempre stati un episodio paradossale. Se da un lato è il gruppo che mi ha permesso di salire su un palco prestigioso come quello del Naima (ok, era una rassegna di cover band, ma chissenefrega? Due giorni prima di me c'erano stati i Soft Machine!), dall'altro credo che non sia stato artisticamente il più soddisfacente. Forse perchè c'erano dei limiti oltre i quali non era possibile andare, forse perchè facevamo cover di un gruppo che non mi ha mai fatto impazzire (i Deep Purple), forse perchè i continui contrasti interni fra di noi hanno impedito un'armonia collettiva che ci avrebbe dato stabilità e forza.
Comunque, ci siamo formati nel 2003. Nico Hippy, essendo dotato di una notevole estensione vocale, era riuscito a modellarsi un timbro molto simile al suo idolo, Ian Gillan. Per un periodo aveva cantato negli On Air di Vecchiazzini e Williams, ma li aveva lasciati per divergenze di idee e repertorio. Quasi contemporaneamente Jack si era unito a loro, ma non era molto entusiasta neanche lui e lasciò. Quando gli On Air restarono senza cantante, chiesero a Nico Hippy di tornare, che però pose due condizioni fondamentali, cioè che avrebbe cantato solo Ian Gillan e avrebbe voluto me come bassista e Jack come tastierista; nacquero così gli Scarabus.
Il debutto fu di fuoco, al festival dell'unità di Santa Sofia, in una roccaforte storica del rock anni '70. Ricordo che alla fine c'era il tendone pieno, con la gente che ballava sui tavoli, e la birra che scorreva a fiumi.
Nell'anno seguente facemmo varie date nei dintorni, con esiti alterni. Se suonavamo a Forlì non c'era molto entusiasmo, sono nella amata Val Bidente il divertimento era assicurato. Poi venne la data del Naima, tramite una rassegna di cover band che Minisci aveva organizzato col tentativo di raggruppare un maggior pubblico giovanile nel suo locale. Ricordo bene la tensione e i nervi a fior di pelle: quel palco con le assi di legno scricchiolanti faceva veramente soggezione. Venne poca gente ma andò bene. Minisci disse che ci aveva rimesso e ci diede il 20% in meno del pattuito. :-). Altre volte successero piccoli inconvenienti: al Controsenso suonavamo sui divani della discoteca e nel bel mezzo di un pezzo Jack staccò involontariamente la spina del generale. Al Galliano Park l'episodio più clamoroso; vennero a malapena 20 persone, nonostante fosse sabato sera. Il titolare si rifiutò di pagarci, sostenendo che non avevamo portato pubblico ed eravamo stati scazzati. Fortunatamente il mediatore era un mio caro amico e patteggiammo una somma lievemente inferiore, dopo qualche giorno.
Non è che c'erano forti contrasti fra noi, semplicemente eravamo divisi in due: Vecchiazzini e Williams erano cresciuti insieme ed erano inseparabili. Io, N.Hippy e Jack avevamo più o meno gli stessi punti di vista, ed erano quasi sempre diversi da quelli degli altri due. Ero molto insoddisfatto perchè il repertorio era sempre limitato a quei 10 pezzi e non eravamo in grado di fare altre cover. Eravamo immobili e ci prendavamo in giro selvaggiamente, ma senza cattiveria.
Qualcosa si ruppe nell'agosto del 2004, nel classico concerto a Santa Sofia all''Unità. Quella sera esagerammo nel prendere in giro Vecchiazzini, soprattutto quell'impulsivo di Jack, che insultò il suo beniamino Freddie Mercury al microfono. Ci fu un gran casino sul palco, con gente che andava e veniva, ubriachi che presero il microfono e cantarono, etc etc....
Non ci trovammo più, senza bisogno di dircelo a vicenda.
Io e Nico Hippy riformammo i Gargamella's. Jack entrò nei Red Mushroom e successivamente nei Natural Biskers Band. Vecchiazz e Williams trovarono un cantante all'altezza per fare i Magic Queen e oggi vanno in giro, semi-professionisti, con un ottimo risultato di pubblico.
Ci sono state due reunion, più che altro per l'impossibilità dei M.Queen di suonare a tutte le date che vengono proposte: nel novembre 2006 all'X-Ray (complessivamente molto buona) e nel luglio 2007 all'Unità di Forlì (un mezzo disastro).
Questo è il live del Naima, con una buona resa sonora.
Nico Hippy: Voce
Vecchiazzini: Chitarra
Webb Taurus: Basso
Williams Stramarcio: Batteria
Jack il Pecoraio: Organo

(Originalmente pubblicato il 16/01/2008)

Bombetta's - Candy spot (Last night jam)

Ieri sera il quintet si sarebbe dovuto trovare per la prima volta dopo due mesi, ma il Maestro Stefano non è riuscito a liberarsi a causa del lavoro....Così, seppur senza il nostro leader compositivo, non ci siamo persi d'animo e abbiamo cercato comunque di sperimentare. Così per la prima volta abbiamo registrato un pezzo facendo overdub di sax e percussioni, e il risultato non era così da buttare via :-).
Il pezzo si chiama Candy spot perchè all'inizio sono partito con un giro che avevo in testa ma non ricordavo di chi fosse...Chiedendo agli altri se sapevano qualcosa, Davide ha detto che gli ricordava la pubblicità di una caramella (!!!). Solo tornando a casa mi è venuto che altro non è che il giro di basso iniziale di My Martini dei Girls Against Boys, perchè in questi giorni li avevo riascoltati dopo diversi anni....
Davvero curiosa la coincidenza, le prime parole del pezzo sono: "Hey maestro, where's my Martini?"

(Originalmente pubblicato il 15/01/2008)

Studio Ten - Sample (Autoproduzioni 2003)








Ovvero la prima band con la quale sono salito su un palco, riuscendo a non farmi pentire di aver preso uno strumento in mano troppo tardi. Lo Studio Ten era il nome di un amplificatore very very vintage e nacque dalla passione in comune che io e Nico Hippy nutrivamo per l'hard-rock anni '70, quella dei dinosauri, per intenderci. Sappiamo perfettamente che il mondo non aveva bisogno dell'ennesima cover band, ma ci siamo divertiti anche se è durato solo 9 mesi. Nico Hippy aveva temporaneamente sciolto i Wood Flowers, vittime di conflitti di egocentrismo e anarchia. Reclutammo il loro ex-vocalist, Vince Fefè, un personaggio davvero adatto per fare il front-man. Più che un cantante era un cabarettista, tecnicamente era un po' improbabile per lui imitare Robert Plant o Ozzy Osbourne ma le sue origini calabro-teutoniche gli permettevano di dare veramente tutto con estrema simpatia e autoironia, fino a quando la corde vocali non cedevano completamente. E devo dire che, per le opinioni altrui, lui fu davvero l'ago della bilancia: c'era chi proprio non lo sopportava e lo trovava fastidioso, c'erano altri che invece esaltavano le sue doti di istrione e intrattenitore e comunque reputava molto originale il suo apporto.
Siamo nel gennaio 2003 e dopo aver provato un paio di batteristi inadatti ci assestammo con l'arrivo di un altro ex-WF, il batterista Giuliacci.
Allestimmo un repertorio di una ventina di pezzi di Led Zeppelin, Black Sabbath, Grand Funk, Atomic Rooster ed altri. A maggio ci fu data la possibilità di suonare nel teatro del paese, con un impianto di tutto rispetto per i nostri standard. Non andò malaccio e fummo incoraggiati a proseguire, l'estate era alle porte e ci sarebbero state diverse occasioni per uscire. Facemmo un piccolo gemellaggio con un gruppo di amici di Santa Sofia, gli Olivetti, che, avendo un repertorio ristretto, ci diede la possibilità di fare un paio di trasferte nella Val Bidente. Ricordo con molto piacere la data di Civitella, un live delirante su che durò fino a tardi perchè il pubblico e il gestore del pub ci chiesero 2 o 3 bis! A Gualdo di Ricò invece Vince Fefè ci diede buca perchè aveva una finale di calcetto e così chiamammo al suo posto Manuel Gazza, che era il vocalist di una cover-band dei Dire Straits e diede una divertente variante sui temi.
In tutto furono 8 i concerti in quell'estate, la maggior parte dei quali si tennero sui palchi delle varie feste del paese. Il più bello di tutti fu senza dubbio quello d'addio, allo Spoon River di Pieve Salutare, a settembre. Musicalmente eravamo rodati alla perfezione, ci piaceva improvvisare e talvolta le scalette venivano stravolte da un momento all'altro. Ma Vince Fefè era arrivato alla fine della sua avventura, già da un paio di mesi ci aveva annunciato che avrebbe abbandonato per motivi personali. Non ci mettemmo neanche a cercare di reclutare un cantante in sua sostituzione, ritenevamo alquanto futili le sue motivazioni e gli accollammo l'intera colpa dello scioglimento. Siamo comunque rimasti amici, intendiamoci!
Non restammo certo con le mani in mano, dato che i progetti non mancavano. Giuliacci aveva una cover band degli Iron Maiden, i Più Gusto, e insieme a Nico Hippy riformò una ennesima incarnazione dei Wood Flowers. Io e N.H. avevamo già gli Scarabus e poco dopo riformammo i Gargamella's (vedi post sotto).
Nel luglio del 2005, in occasione della 3° edizione del Massettastock, lo Studio Ten si è riformato per un live infuocato e travolgente.
A parte quello, sono stati solo un paio i concerti del 2003 registrati direttamente dal mixer, qui sotto c'è una breve raccolta dei momenti più intensi.
Lo Studio Ten era:
Vince Fefè: Voce, armonica
Nico Hippy: Chitarra
Webb: Basso
Col. Giuliacci: Batteria

(Originalmente pubblicato il 03/01/2008)

Gargamella's - Sample 2003-2004 :-)















Psychedelia in Valmontone

La storia che voglio raccontare quest'oggi è quella di una band che a modo suo può essere definita realmente "di culto". Se non altro per le copertine dei 5 cd che si possono vedere in bella mostra qui sopra, alcune delle quali assolutamente indimenticabili. Per quanto riguarda l'aspetto strettamente musicale, ricordo che solo pochi amici ci apprezzarono genuinamente e spontaneamente, ed erano senza dubbio quelli con la mente e le orecchie più aperte che potessimo avere.
Esistono due fasi ben separate dei Gargamella's: la prima fu un tentativo ben presto abortito sul finire del 2002. Ci riunivamo nel capannone della Pro-Loco del nostro paese, allestendo la ns. poverissima strumentazione fra macchine impastratrici e frigo giganti per la conservazione di alimenti, suonando spesso a temperature polari (la vicinanza del fiume si faceva sentire!).
Ma in questa sede preferisco soffermarmi della seconda vita dei Gargamella's, quella artisticamente più interessante, che va dall'ottobre 2003 al luglio 2004. Io e Nico Hippy provenivamo dallo scioglimento dello Studio Ten, un altro progetto a cui dedicherò un post a breve. Gli altri erano dei debuttanti assoluti: Mitch aveva alle spalle qualche lezione di piano ma abbandonò quasi subito il progetto; Albertinello aveva da poco comprato la sua Epiphone SG in onore dell'idolo Tony Iommi; Garghy aveva messo da parte la chitarra acustica e si mise a dare colpi alla batteria inutilizzata da un amico. In ogni caso, tutti eravamo assolutamente autodidatti sul nostro strumento ma grandi appassionati di musica. Poteva sembrare un impresa ricavarci qualcosa, ma intanto avevamo guadagnato un nuovo posto dove provare: la Massetta, la casa di Garghy in piena collina, un posto splendido e magico nascosto da una foresta che domina la vallata. Ci sistemammo nella stanza più grande, e inizialmente registravamo su un vecchio stereo compatto col microfono che pescava dalla stanza di fianco (!!!). Piano piano arrivarono i miglioramenti; con il percussionista Davide Salghen spuntò anche un vecchio mixer con le piste un po' ossidate ma ancora funzionante. Una stufa elettrica e la temperatura era più accettabile.
Di solito ci riunivamo la domenica sera, e pensandoci ho una grande nostalgia di allora. Frequentandoci anche il resto della settimana, eravamo tutti stretti amici. La tecnica era veramente minima ma a volte i risultati erano davvero sorprendenti e le emozioni bastavano a renderci orgogliosi di poterci auto-proclamare il primo gruppo psichedelico nella storia della Valmontone. Nel periodo di Natale fummo addirittura invitati a fare un live nella rustica cornice del Zocco di Natale nella piazza del Paese. Dopo qualche discussione, accettammo con entusiasmo, seppur con una formazione rimaneggiata. Non fu il massimo, in quanto era ben diverso dalla Massetta; il pubblico adulto del paese non era proprio il nostro target e cercammo di essere più melodici e contenuti possibile. Garghy vinse l'emozione del primo concerto in assoluto e dopo tutto andò bene.
Nell'anno nuovo gli esperimenti andavano avanti; qualche nuova composizione frutto delle nostre jam gigantesche si faceva avanti timidamente, sulle cover ci si spostava di più sul versante Pink Floyd. Le divergenze non tardarono: Albertinello spingeva di più su un certo tipo di stoner sound e stonava un po' dal resto delle nostre intenzioni. Ad un certo punto decidemmo di non chiamarlo più alle prove. Gli dedicammo l'ultimo disco che registrammo, Sacrifice, che intanto annoverava un nuovo elemento, il talentuoso sassofonista Meo. Questo secondo me fu il miglior periodo in assoluto dei Gargamella's: ci eravamo assestati a quintetto e la novità del sax rendeva il nostro sound ancora più originale, insieme alle percussioni che gli davano qualche tocco esotico.
Eppure non era destinata a durare ancora molto. Io e Nico Hippy avevamo un altro gruppo, gli Scarabus, con i quali suonavamo in giro per i locali. Iniziammo ad avere una certa rimostranza nei confronti di Garghy, che era senza dubbio il leader carismatico della band ma aveva anche un carattere non propriamente facile. Pur avendo fatto qualche miglioramento come drummer, non ne voleva sapere di fare qualche lezione o di comprarsi una batteria un po' più decente.
L'estate era alle porte e ci demmo da fare per organizzare la seconda edizione del Massettastock, il free live festival che avevamo ideato l'anno prima. Nella magica cornice della Massetta, montavamo un palco e facevamo suonare gruppi di amici, mentre dal porticato si distribuivano birra e salsicce, nello spirito più genuinamente Seventies.
Il secondo e ultimo live dei Gargamella's si tenne su quel palco, nel luglio del 2004, con una formazione allargata a sestetto per l'aggiunta di Jack all'organo. Inutile cercare scuse, fu un mezzo disastro; quella sera faceva freddo e venne poca gente alla nostra festa, salimmo per ultimi alle 2 di notte e c'erano dei problemi tecnici all'impianto. La ciliegina finale fu quando, a metà di un pezzo, Garghy fece un bel buco nella pelle della cassa, terminando di fatto il concerto.
Il giorno dopo, mentre facevamo pulizia nell'aia, io e Nico Hippy ci chiamammo fuori dai Gargamella's, determinando di fatto lo scioglimento di questa band storica e fuori dal tempo :-)
Garghy smise di suonare. Albertinello cambiò nome in Eriberto Natzario e partecipò con me al progetto di avanguardia di studio Red Joints l'anno successivo (a breve un post), dopodichè smise anche lui. Io e Nico Hippy continuammo ad esibirci con gli Scarabus ancora per poco tempo, tentammo un progetto con pezzi nostri che fu abortito dopo qualche mese, poi le nostre strade si sono separate. Io sono entrato nei Bombetta's rinchiudendomi in studio, lui ha fatto parte di diversi progetti e adesso si esibisce con gli Zio Jack e i pronipoti proponendo una divertente miscela di pop, rock, reggae e soul.
Davide Salghen ha continuato a studiare e adesso gira l'Italia con i Mamacita. Meo continua tuttora a studiare sax e fa il barista in centro a Forlì. Tutti e due fanno parte dei Bombetta's.
Ogni tanto scherzo con Garghy su una reunion. Mi piacerebbe molto che si potesse ricreare, anche solo per una sera, quella magia psichedelica che si sprigionava alla Massetta.
I Gargamella's erano:
Garghy: Batteria
Nico Hippy: Chitarra Hippy, Voce, Flauto
Webb: Basso, Voce
Albertinello: Chitarra Blues & Noise
Davide Salghen: Percussioni, Ciaffis, Birimbao Jio
Meo: Sax
Con l'aiuto degli amici;
Mitch: Organo Stratus
Jack: Organo VK7
Qui una piccola selezione, i suoni sono molto grezzi e vanno presi con le pinze! :-)

(Originalmente pubblicato il 24/12/2007)

Bombetta's - The best of 2006-07 Jazz-garage

Una stanza a triangolo equilatero, con panni di alcantara blu scuri che scendono sulle pareti, ovattano l'acustica e la rendono veramente speciale, ricavata in un piccolo edificio fra un canale ed un officina di lavorazione ferro, in piena zona industriale di Forlì: ecco dove risiede lo studio Bombetta.
Da un paio d'anni ormai faccio parte di questo progetto rigorosamente only for fun, esclusivamente studio project. Per il momento esibizioni live non sono previste, anche se negli ultimi tempi abbiamo provato a parlarne un po' seriamente e stiamo cercando, con timidezza, di costruirci un repertorio. Tutto ciò che abbiamo registrato negli ultimi due anni, circa 2 giga di mp3, è stato un mucchio selvaggio di jam improvvisate al 95%, nonchè frutto di due fattori: 1) la stanchezza di eseguire cover coi nostri gruppi precedenti, o comunque una certa voglia di totale libertà espressiva 2) l'attitudine free che ci accomuna a fare jam e a sentirci uniti senza dirci neanche una parola prima che il nostro principale compositore, il maestro Stefano, attacchi con un giro creato lì per lì (ma secondo noi se li sogna la notte!).
Come definire il Bombetta's Sound? Mah...E' curiosa e simpatica la definizione di un mio amico: sembrano colonne sonore per film porno. Io preferisco chiamarla Jazz-garage; jazz perchè a volte può attingere un po' dalla fusion sebbene nessuno di noi abbia certo la tecnica necessaria per potersi autodefinire un jazzista. Garage perchè prima di tutto siamo effettivamente in un locale addetto ad autorimessa (!), secondo perchè una certa vena psycho-rock non ne vuole sapere di stare sempre in secondo piano. Di certo c'è che è una musica fortemente auto-indulgente, ma chi se ne frega? Noi lo facciamo only for fun. A volte pensiamo che magari aggiungendo una voce solista il risultato potrebbe essere più digeribile, ma abbiamo tutti un lavoro, una vita privata e spesso fatichiamo a trovarci tutti e cinque una sera a settimana.
Qui sotto metto un link, non m'importa se non se lo caga nessuno, comunque; sono una trentina di estratti che secondo me rappresentano il meglio di ciò che abbiamo fatto da un anno a questa parte, cioè da quando la formazione si è stabilizzata a "quintetto telepaticamente producente calderoni di suoni interminabili" così composto:
Max Bombetta: Batteria
Davide: Percussioni
Meo: Sax
Stefano: Tastiere
Webb: Basso
senza ovviamente escludere di citare amici, ospiti e special guest:
Cinghiale: Voce
Skizzo: Korg
N.b. gli errori sono inclusi e non sono tecnicamente correggibili :-)

(Originalmente pubblicato il 13/12/2007)