Se Station of the Crass fu il loro insuperabile manifesto in quanto mirabolante punto d'incontro fra rozzezza e servizio informativo/accusatorio, The Feeding of the 5000, che lo precedette temporalmente, fu la divertente esplosione dell'anarco-punk più sardonico ed elementare, l'istantanea di un gruppo che stava imparando a mettere in fila tre accordi e sciorinava una trafila irresistibile di anthems al fulmicotone (Do they owe us a living?, General Bacardi, Punk is dead, Banned from the Roxy, So What?) registrati in un bunker totalmente privo di qualsiasi riverbero, con un paio di varianti a base di grattugie, onde radio e bestemmioni, tanto per farsi riconoscere subito e farsi costringere alla censura ancor prima di esordire (manco da un'autorità qualsiasi, bensì dagli operai della fabbrica che stampavano i vinili). Sempre unici, dall'inizio alla fine.
sabato 2 luglio 2022
Crass – The Feeding Of The Five Thousand (1979)
domenica 10 aprile 2022
Erase Errata – Other Animals (2001)
Il fulminante esordio delle Erase Errata, 15 tracce di lunghezza massima appena 3 minuti, una formula che incontrò seduta stante il favore della critica. La chitarra aspra ed arzigogolata di Sara Jaffe, la voce cantilenante (una specie di Siouxsie meno enfatica) di Jenny Hoyston, la sezione ritmica sincopata e sempre di Bianca Sparta ed Ellie Erickson), ed un drappello di pezzi caustici quanto irresistibili. Pop Group, Gang Of Four, Gun Club, quell'oncia di follia cubista e dissonante del Capitano che poi emergerà implacabilmente sul terzo Night Life. Nessuno spazio all'approssimazione, giusto un paio di riempitivi per spezzare il saliscendi dei ritmi, caracollanti e sghembi. Essenziale.
lunedì 10 gennaio 2022
Aburadako - 2004 (Tunnel)
Tre decenni di Aburadako: il punk e l'art-hardcore degli anni '80, il sofisticato math-rock degli anni '90, ed infine il paradossale decennio Zero, con soltanto due dischi di cui questo Tunnel del 2004, con ogni probabilità il più cervellotico della loro discografia, definito infatti dall'ottimo Federico Savini un tributo (più o meno volontario) a Lick My Decals Off Baby del Capitano ed alla sua estrema complessità, alle sue partiture impossibili ed alle sue digressioni vagamente blueseggianti, di quel blues che tal vien richiamato soltanto per similitudini beffarde che per le strutture.
Hasegawa, per conto suo, non fa nulla per evitare il confronto. Il suo metodo compositivo sembra proprio quello di DVV. Non è più l'urlatore alla carta vetrata del passato, ma l'effetto della sua verbosità non è meno caustico: sono le capacità del super-trio alle sue spalle ad impressionare persino più che in passato, col chitarrista Masato esclusivamente su toni puliti.
Nella cartella c'è un bonus di 24 minuti, che potrebbe essere il disco del Fiume, ovvero la pubblicazione del 2002, (come sempre, impossibile ricavare qualsiasi informazione) un unico pezzo piuttosto strano per i loro standard, lineare e vagamente psichedelico, con dei passaggi quasi slintiani. Forse un esperimento per disorientare il proprio pubblico, posto dopo Tunnel ha un effetto quasi rilassante.
domenica 12 settembre 2021
Half Japanese – Loud (1981)
Dopo il ciclopico debutto vinilico dell'anno precedente, ai fratelli Fair venne un'ideuzza niente male: triplicare la line-up con elementi affini, raggiungendo la quota di triplo duo: due chitarre, due batterie, due sax. La ricetta di fondo, sempre quella: follia brada e pedale sul gas. Il risultato, un art-free-jazz-punk spastico e deforme, irresistibile sagra naif, più loud e lo-fi che si potesse.
Difficile, quasi impossibile separare una di queste 20 schegge impazzite della durata media di 2 minuti: Loud fu fatto per essere ascoltato interamente, senza alcuna sosta, per assimilare al meglio questi cingoli abrasivi ricoperti di schegge di vetro. Jad Fair singhiozza belluino, i due sax starnazzano incontrollati, le chitarre raschiano selvatiche, le batterie rullano e spiattazzano incessanti.
Ma guai a sostenere l'idea della totale disorganizzazione alla radice. I più attenti lo sanno da 40 anni, ed ancora oggi ci tengono a precisare che gli Half Japanese avevano tutto ben chiaro in testa e lo mettevano in campo con grande lucidità. Che poi il risultato fosse un audio-shock, beh, era esattamente l'obiettivo.
mercoledì 14 luglio 2021
MX-80 Sound – Hard Attack (1977) (2013 Reissue)
Ristampa del primo, strano, album degli MX-80, con un cd bonus che preleva una decina di outtakes pre-produzione ed una ventina di live sparsi fra il 1976 ed il 1978, fra cui anche qualche traccia presa di peso dal Live At The Library già conosciuto. Strano perchè il quartetto dell'Indiana venne scovato in qualche modo dalla Island, la quale rilasciò il vinile esclusivamente in Europa. Stramberie degli anni '70, mentre in America continuavano ad essere totalmente sconosciuti. Hard Attack, tenendo fede al proprio titolo, metteva in mostra un art-punk al vetriolo sofisticato, un po' disordinato e disomogeneo, ma che già possedeva il lucido marchio terroristico dei 4 figuri. In rilievo un Bruce Anderson squisitamente hendrixiano, un po' vanesio nei suoi spericolati assoli. Insomma, un esordio immaturo alla luce di ciò che faranno: nei 2 anni successivi, infatti, metteranno ordine dappertutto e migreranno alla corte dei Residents, per fare finalmente le cose sul serio.
giovedì 16 aprile 2020
Half Japanese – Sing No Evil (1985)
domenica 12 aprile 2020
Wire – The Peel Sessions Album (1989)
domenica 13 ottobre 2019
CCCP Fedeli Alla Linea – Canzoni Preghiere Danze Del II Millennio - Sezione Europa (1989)
domenica 26 maggio 2019
Crass – Yes Sir, I Will. (1983)
lunedì 18 giugno 2018
Crass – Best Before...1984 (1986)
mercoledì 13 dicembre 2017
Erase Errata – Night Life (2006)
venerdì 17 novembre 2017
Aburadako - 1985 (Tree or wood)
sabato 28 ottobre 2017
Scream From The List 64 - Poison Girls – Hex (1979)
martedì 4 luglio 2017
Ferdinand Richard – En Forme !! (1981)
mercoledì 6 luglio 2016
Screams From The List 48 - Crass – Stations Of The Crass (1979)
mercoledì 20 aprile 2016
Screams From The List 29 - Come – Rampton (1979)
mercoledì 13 gennaio 2016
Half Japanese - Half Gentlemen/Not Beasts (1980)
Contro ogni intellettualismo.