Secondo album, conferma di quanto espresso nel formidabile debutto. Forse una carica meno esplosiva, ma in compenso qualche trovata di maggior poliedricità (Capricorn ed i suoi riff angolari, Metropolis con il mid-tempo e la progressione quasi epica, il micidiale assolo di Lemmy in Stay Clean). Su tutto svetta però Overkill, con quell'attacco omicida a doppia cassa, le fermate e le ripartenze, quasi un manifesto espressivo ed efferato: quando il pezzo sembra essere terminato, per ben due volte Taylor riprende quella specie di martello pneumatico e chiarisce gli intenti: sempre uguali a sè stessi, sempre irresistibili. Eccellenti persino le due b-side presenti nella ristampa, soprattutto Like a nightmare, e divertentissima la rendition di Louie Louie, con quell'ai-ai-ai-ai-ai di Lemmy che svela un lato quasi comico. Molteplici i pezzi che finiranno sulla scaletta della loro pietra miliare.
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martedì 9 novembre 2021
Motörhead – Overkill (1979)
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mercoledì 1 novembre 2017
Motörhead – No Sleep 'til Hammersmith (1981)
Fa più o meno lo stesso effetto di If you want blood... degli AC/DC: quando passa, polverizza tutta la produzione in studio e fa piazza pulita. Letteralmente, non la vorrai più sentire; roba buona, per carità, sempre puro trademark, ma dopo un'esperienza così definitiva, che sigilla un suono umano-non-umano, c'è da odiare qualsiasi produttore al mondo.
Poco altro da dire; pubblicato contro la volontà stessa del gruppo, questo live che ha l'aria di non esser stato ritoccato (al contrario del sopracitato, verso il quale nutro ancora dei sospetti...) non è solo un best-of dei primi 4 albums, ma anche un concentrato di violenza e divertimento senza pari. E mi stupisce, dopo tanti anni, lo scoprire che è roba che non invecchia.
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