Nove struggenti e melodrammatici affreschi di vario impatto nel quarto album della pregiatissima cellista canadese, sulla scia del bel precedente ma con una propensione più cinematica e panoramica. Non solo il superbo arco a farla da padrone, ma anche lievi bordoni tastieristici di sottofondo ed in un caso persino un glaciale beat elettronico (la mediana Terrain, davvero straniante nel contesto). Un manifesto di austerità ma anche di un cuore grande così, sia declinato in sterminate contemplazioni che in cavalcate tempestose, con tutte le varianti che possono esserci nel mezzo. Nemmeno una caduta di tono, per un lotto da consumare senza interruzioni talmente coeso che si potrebbe definire un concept.
Remember the WISHLIST
10 ore fa
could you repost? would love to hear this
RispondiEliminaSorry, It seems that Amazon rules even MediaFire....
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