venerdì 3 luglio 2020

Alexander Spence ‎– AndOarAgain (2018)

La giusta pietra tombale su un capolavoro che cresce col tempo, uscendone letteralmente. La storia infatti ne ha amplificato la statura, e a 20 anni dalla morte di Skippy l'idea di saccheggiare i demos di Oar sembrava assurda e potrà anche sfiorare il feticismo, ma incredibilmente, l'ascolto dei 3 cd scorre placidamente, riservando svariate, piacevoli sorprese.
Del talento puramente strumentale di Skip si sapeva; le sue doti di batterista, ad esempio, emergono nei demos in maniera disarmante, dimostrando che si esprimeva al meglio forse quando riteneva che quello che stava suonando non sarebbe finito sul master. E non da meno le performance alle chitarre, di filigrana finissima e con ceselli notevoli fra le pieghe inedite. Scopriamo così che la traccia più provata e riprovata è Diana, di cui troviamo persino una versione con la 12 corde, mentre di Books of Moses non troviamo neanche una alternate take. Ma nel mezzo possiamo trovare un oceano oariano, certamente indirizzato ai fans terminali di uno dei dischi più umani che sia mai stato pubblicato, realizzato in completa solitudine dopo 6 mesi passati in una clinica psichiatrica, senza neanche poter imbracciare una chitarra. Era tutto nella sua testa.

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