venerdì 10 marzo 2023

Cigno – Morte E Pianto Rituale (2022)


Un esordio italico molto interessante dell'anno scorso, ad opera di un cantautore romano di nome Diego Cignitti che valica diversi steccati con Morte E Pianto Rituale, un album molto piacevole per quanto la sua non sia una musica esattamente accomodante. Il suo è una specie di cantautorato post-industriale, a tratti molto spigoloso, ad altri più disteso: potrei azzardare la definizione di esoterismo mediterraneo, a voler cercare una sintesi estrema, che ha diversi punti in comune con il più recente Iosonouncane (Protestanti). Altri paragoni possibili sono le processioni funeree dei Father Murphy (Mare Nero, La Terra Del Rimorso), antiche memorie post-punk (Postcapitalismo è un palese tributo ai CCCP, e spesso il vocalismo di Cignitti indugia in declamazioni alla Ferretti), ma io segnalerei anche alcune finezze strumentali che musicalmente alzano la media generale del disco: l'iniziale Colobraro, un valzer acido con una splendida intro pianistica che fa pensare ad un Satie sotto anfetamina, l'ipercinetica chitarra acustica di Pietra Sprecata e la finale Kabul, una contemplazione desertica di finissimo pregio. Non sarà destinato a cambiare la storia della musica italiana, ma Cignitti potrebbe avere un ottimo futuro.

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