venerdì 21 agosto 2020

Arab Strap - Changes (1999)


Ed infine la cover più impronosticabile che potessero sfornare (ne ricordo solo un'altra degli Spacemen 3, abbastanza rivoluzionata, almeno fino alle scelte inconcepibili degli ultimissimi tempi), ma neanche tanto, visti i trascorsi di MM, si diceva dedito anche al metal da adolescente. Ad ogni modo, il pezzo forse più pastorale e delicato dei Black Sabbath (anomalia, dopotutto, prelevata da Vol. 4, anno 1972) nell'anno più slow ed etereo degli AS fu un accoppiamento che non poteva non funzionare. Ed infatti resta uno dei loro massimi capolavori atmosferici, non tanto per la melodia originale (che diciamocela, è oggettivamente bella a prescindere da qualsiasi parere si abbia dei BS) quanto per lo svolgimento: beat elettronico tipico di AM, raffinato ma insistente sul charleston, la parte di piano affidata alla 6 corde acustica, le ondate di mellotron sventagliate sull'elettrica effettata ma pulitissima, per una cornice finale quasi galattica.
Su tutto questo, AM biascica il testo originale alla sua maniera, confidenziale ed apparentemente distaccato. Con la sua solita grazia, insomma.
E' stato giusto, giustissimo dedicare a questo pezzo (e non ad altri cameo, che numericamente non furono pochi) un capitolo a parte dell'Archive, se non per il valore intrinseco, anche soltanto per la cover dedicata, la rivisitazione di Vol. 4 con un MM assorto sull'acustica. Memorabile perchè sarebbe stato molto più scontato metterci un AM in air-hugging stile Ozzy we love you!.

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