mercoledì 6 aprile 2022

Deerhunter ‎– Fading Frontier (2015)


La carriera dei Deerhunter continua ad essere controversa ed in qualche modo un'enorme incompiuta, forse essa stessa vittima del carattere del suo leader Bradford Cox; basti leggere una qualsiasi intervista per capire che si tratta di un soggetto tanto autoreferenziale quanto enigmatico. Se nel 2010 con l'ottimo Halcyon Digest sembravano esser pronti per preparare il loro capolavoro, nel 2013 ci ha pensato l'inascoltabile Monomania a buttar giù le loro quotazioni. Fading Frontier in tal senso ha ripristinato e normalizzato la situazione, con un disco di impavida accessibilità, ai limiti del dream-pop. L'impronta del songwriting di Cox ormai sembra essere inossidabile a prescindere dai generi presi in carico (direi 3-4 su questo album), ed anche se si tratta di un album tutt'altro che imprescindibile, è sempre utile ascoltare i Deerhunter perchè dietro l'angolo si possono scovare pepite memorabili come il dream-pop di Take Care (forse il miglior pezzo mai scritto dai Beach House) e l'atmosferica Ad Astra (unico scritto dal chitarrista Pundt, che con pazienza rimedia sempre le briciole di spazio). Per il resto, buone melodie evanescenti, ballad elettriche sornione, un paio di cadute di cattivo gusto, insomma, molto mestiere.

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