Ne avevo letto tanti anni fa ma poi me n'ero dimenticato. E l'anno scorso il ritorno dopo un ventennio al disco insieme a Claudio Rocchi, e allora incuriosito sono andato a pescare qualcosa di questo gruppo vercellese, anzi per la precisione di Alice Castello.
Gli EE traevano il loro nome da uno dei pezzi più sballati di Syd Barrett, e non tradiscono ciò che esso farebbe intuire. Però, più che i primi Pink Floyd, ricordavano il british flower-power generico della seconda metà dei '60's, con tutto ciò che ne consegue.
Ad ascoltarli adesso, le sonorità che già allora erano vecchiotte ora lo sono almeno il doppio. Ma la neo-psichedelia andava di moda e quindi erano giustificabili. Restano un pugno di canzoncine tutto sommato gradevoli ma nient'altro di significativo.