Significa che in Canada non ci sono stati soltanto i Godspeed a fare del bel post-rock d'antan. Anzi, i DMST sono stati praticamente contemporanei: primo disco nel 1998, e poi una carriera altalenante ma senza pause considerevoli.
Punti in comune notevoli: musica strumentale, ensemble nutrito (ma con molto spazio ai fiati), epicità e grande respiro di sfondo. Differenze altrettanto notabili: un suono più luminoso e di minor impatto. Di certo non ne hanno raggiunto il successo nè le vette artistiche, ma si può rendere loro merito di aver saputo viaggiare su direzioni differenti.
Difatto Goodbye è un ottimo saggio dalle tante coloriture: fra raffinatezze alla Tortoise al limite del jazz, cavalcate epiche, ballad pregne di riflessività, il disco chiude in gloria con i 13 minuti della title-track, piccola meraviglia atmosferica post-space.
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