Quando sento parlare di sludge-doom al giorno d'oggi, ripongo sempre ben poche speranze e tendo a diffidare quando ne vedo scrivere bene. Pertanto l'atto di auto-contraddirmi, come successo in questo caso, è bellissimo; trattasi di due gruppi della Virginia accasati alla Relapse, dalla storia abbastanza giovane, con un membro in comune, che non fanno altro che riprendere gli standards esecutivi/compositivi di quanto già storicizzato da Melvins, Sleep, Electric Wizard e compagnia. Anche se riservato agli stretti estimatori del genere, lo fanno dannatamente bene.
Abbastanza ordinari i Cough, con un pezzo-accetta di 18 minuti che tuttavia impressiona per la virulenza. Bravissimi i Windhand, che con 2 pezzi di 7 e 11 minuti impongono una visione più ampia ed introducono la (non so quanto relativa) novità di una voce femminile che per quanto neutra sia come timbro, insieme al tappeto tastieristico, costituisce un contrasto disorientante con la pesantezza dell'impianto. Da applausi Shepherd's crook.
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