E' di un candore disarmante Barzin quando, in un intervista, dichiara che i suoi tempi sono questi: 5 anni da Songs for an absent lover vogliono dire che sì, è lento come la messa cantata ma non può fare a meno di far uscire un disco quando è sicurissimo che sia degno di essere diffuso. E ha ragione tutta la vita, tornando col suo solito, inevitabile, fermo cantautorato; di fare cose diverse non se ne parla, ma chi glielo farebbe fare. Siamo tornati ai livelli di My life in rooms, e giuro che non ci avrei scommesso un centesimo.
Inutile dilungarsi: fosse stato 15 anni fa, avrebbe riscosso più consensi: l'era dorata del neo-folk è andata da un pezzo ma Barzin è fatto così, se ne frega e continua per quei pochi che ne amano la naturalezza e le indimenticabili canzoni di struggimento e disarmo.
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