Tutt'altro che una meteora, i Felt da Birmingham trapassarono gli anni '80 senza mai farne parte esteticamente e senza mai diventare famosi nonostante il periodo fosse fertile e la loro musica fosse fortemente melodica.
L'aspetto ancor più atipico era che una buona metà del loro primo repertorio era composto di pezzi strumentali, nonostante il leader fosse il cantante Hayward. Nella prima fase della loro storia, infatti, era tutto incentrato sulla chitarra di Deebank che ripescava il jingle-jangle applicandolo ai ritmi secchi della new-wave, mentre il registro vocale imitava in larga parte il tono di Lou Reed. Detto così non sembrerebbe il massimo della vita, se non fosse che il materiale era di gran pregio e detta chitarra sapeva creare atmosfere sognanti e malinconiche con una genuinità indicibile. L'analogia che mi viene in mente è quella coi R.e.m: stesse basi di partenza ma contesto diverso in base alla zona di provenienza. The splendour of fear è un breve ed incantevole insieme di quadretti di quell'emotività tutta britannica, al quale abbandonarsi, preferibilmente in autunno.
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