Il primo Rockerilla che comprai fu Gennaio 1993, in copertina c'era il faccione svanito di J Mascis. Nella rubrica Perfumed Garden si scriveva dei Dark, oscurissima (solo per fama) formazione inglese che sembrava attrarre più curiosità per il fattore collezionistico che per lo stretto interesse artistico di Round the edges, tant'è che la formazione era scomparsa dalle cronache.
Non erano certo una priorità, ed infatti per 22 anni sono rimasti in un cestino recondito della memoria. E' stato soltanto per casuale nostalgia di quelle pagine ormai sbiadite che l'ho ascoltato, e non avevo nessuna speranza di scoprire un capolavoro. Non mi sarei mai aspettato, però, di incontrare un particolare esempio di rock granitico e viscerale che, al netto del pagamento di inevitabili tributi, suona molto bene. La doppia chitarra e le acidità sparse ricordano la west-coast di 4-5 anni prima, denotando il loro aspetto migliore; episodiche durezze sabbathiane, qualche assolo hendrixiano e rare tendenze blues invece li riportavano a casa. Non capisco da dove arrivi invece la definizione prog che spesso si usa per categorizzarli.
La rivelazione finale è che forse erano i veri nonni putativi dei Dead Meadow, viste le curiose coincidenze di discendenza.
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