mercoledì 8 giugno 2022

Eberhard Schoener ‎– Meditation (1974)


Uno di quei dischi che sarebbero dovuti finire sulla NWW List, magari al posto di qualcuna di quelle ciofeche irritanti ed inutili. Magari Stapleton non ci si imbattè, chè l'avrebbe apprezzato alquanto nonostante l'immane austerità della proposta. Schoener, violinista classico di Stoccarda, rimase folgorato come altri colleghi sulla via dei sintetizzatori elettronici e vi si dedicò a partire dal 1971. Meditation è una suite di 35 minuti divisa in due parti (non soltanto dai limiti fisici del vinile), un affresco tremebondo di suoni cupi, di droni raggelanti, di cunicoli abissali. La prima parte è scandita da un battito di sonar ad inscenare un falso ritmo, attorno al quale le striature di synth scorrono alternate in una sequenza intimidatoria. La seconda parte, più statica e dissonante, spinge sull'astrattismo aggiungendo una soave quanto spaesata voce femminile in fonetica, ma in generale non regge il confronto con la prima facciata, che resta un caposaldo archetipo della dark-ambient. Insomma, un altro grande pioniere teutonico.

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