giovedì 23 giugno 2022

Richard Skelton – A Channel For Water (2018)


Se già prima della pandemia il prode Riccardo aveva ritmi di output altissimi, negli ultimi 2 anni le uscite si sono ulteriormente intensificate. Impossibile pertanto stargli dietro, e come conviene per questa categoria di musicisti, tanto vale pescare a caso. Non tutto è oro colato, ma la media resta comunque molto alta. A channel for water nasce per mezzo di un recupero datato 2007, risalente quindi ai suoi primi anni di produzione, i tempi dorati di Landings, A Broken Consort, Harlassen, Carousell e Clouwbeck. Una decina di minuti ipnotici per rifrazioni di archi, di rincorrersi di armonici in sequenze circolari, dall'umore crepuscolare e caratterizzato da quel contrasto di tonalità/atonalità che tanto ha generato piccoli capolavori di emotività struggente.

A seguire, tre riprese dell'originale datate 2018. La prima, molto spacey e solcata da synth quasi celestiali. Molto più a tema la seconda, che ne costituisce un ideale, ombroso prolungamento. Infine la terza, in un contesto più ambient dominato da bordoni di synth e con inusitate ribollite di audio generators nel sottofondo. Nessuna di queste tre raggiunge il livello della matrice, ma ascoltato in soluzione di continuità, A Channel For Water è una tipica Skelton experience che mi sento di consigliare anche ad eventuali neofiti.

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