lunedì 20 giugno 2022

Green River – Dry As A Bone (1987) (Deluxe Edition 2019)


Meritoria operazione di recupero della Sub Pop che, ad oltre 30 anni di distanza, riesuma il fumigante secondo EP del leggendario gruppo grunge (prima che ancora il termine venisse diffuso a macchia d'olio fino a diventare parola d'uso comune), lo amplifica con una messe di inediti e frattaglie sparse del periodo e ciliegiòna finale, recapita a Jack Endino i nastri originali per un lavoro di sistemazione che finalmente rende giustizia al loro sound, mondato così da quei danni eighties che purtroppo imperavano anche nell'underground americano. Per quanto riguarda il contenuto, ben poco da dire: erano i più grandi e non soltanto di Seattle, come poi ebbero a ribadire vari personaggi dei paraggi che di lì a qualche anno verranno sbattuti sotto i riflettori di tutto il pianeta. Nonostante il contenuto derivi da fonti, periodi e studi differenti (triennio '85-87), l'opera di Endino fa sì che queste 16 tracce si fondano in un brulicante, omogeneo calderone arroventato in cui la vocalità sfrenata di Mark Arm (anche sul palco, la reincarnazione dell'Iggy Pop del 1970), le chitarre infuocate di Gossard e Fairweather, il basso roboante di Ament e la batteria incessante di Vincent concorrevano a rendere i GR la più autentica fusione a caldo di rock, punk e metal che fosse mai esistita, creata con una congiunzione astrale di fattori di cui è molto interessante sentire le voci. Tutto questo avvenne poco prima che il gruppo andasse a fare il suo primo album, anche se già dubbioso e prossimo allo split per divergenze attitudinali. A modo loro, la storia l'avevano già creata.

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