sabato 4 aprile 2015

Ensemble Economique ‎- Standing Still, Facing Forward (2010) + Melt Into Nothing (2014)

Lo strano cammino di Pyle in due uscite piuttosto rappresentative della sua schizofrenia produttiva. Ricapitolando in breve; ha iniziato nel 2008 con una elettroacustica sporca e stridente, si è imposto nel 2010 con l'afro-cosmic dell'ottimo Psychical, ha transitato velocemente nel 2011 nell'ipnagogia suadente di Crossing the pass (per certi versi vicino a quanto fa Kirby sotto il moniker The Stranger), si è concesso un passaggio nel sound-collaging con Interval signal, per poi svoltare bruscamente nelle ultime produzioni verso un territorio che in pochi forse avrebbero immaginato.
Mattioli non ha apprezzato ed è anche comprensibile; per chi è rimasto impressionato dalle sue prime prove dev'esser stato spiazzante verificare che Pyle si sia dato ad un gotico-etereo che sa di 4AD primi anni '80, di Lycia e soprattutto di Black Tape For A Blue Girl. Ovvio che stiamo parlando di ottimi riferimenti, ma lo è stato anche per me; eppure, vista la perseveranza discografica (3 capitoli in un anno scarso) c'è da credere in questa visione. Anche perchè il suono è fascinoso e ben costruito e i pezzi sono gradevoli. Melt into nothing forse stabilisce un punto di non ritorno, è c'è da immaginare che Pyle stia progettando un'altra svolta.
Un capitolo cruciale della sua prima fase invece era Standing still, che potrebbe essere incasellato persino alla voce black-library. Fra droni impenetrabili, tonfi galattici ed incubi orchestrali, si aggira sinistra l'ombra dell'Egisto Macchi dei primi anni '70. Dire minaccioso è poco.

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