Proprio come scriveva Julian Cope sul suo sito, è inquietante come si possa venire a conoscenza di certe cose con un tale ritardo. E lo dichiara uno che ha scritto Krautrocksampler.
Così anch'io scopro con enorme ritardo di questo magico distillato psichedelico, isolato da pressochè ogni contesto contemporaneo. L'autore infatti in seguito si smarcò da qualsiasi ambito kraut e virò verso altri lidi, per cui è comprensibile che si sia dimenticato. Ma Echo è un trip di 80 minuti, non è da seguire con la bussola, non serve a nulla; le origini folk del cantautore sono chiare, il suo chitarrismo pigro e sognante si stacca da ogni retaggio comunemente rock, l'accompagnamento leggero come una piuma ma concreto. Si vive in un mondo laterale, in cui tutto sembra rassicurante anche se sfocato. Non l'ho messo sul piatto subito, confesso. Ma una volta che ho fatto partire i volgari mp3, il profumo ancestrale di questa splendida opera ha invaso la stanza, l'auto, l'ufficio, tutto.
Vlad: qui ogni evento, anche quello apparentemente più innocuo, rimanda ad un sottofondo insondabile ma vivo, che coincide con l'anima millenaria della Germania, succube dell'idea del fatto e dell'ineluttabile.
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