Violentatori di ogni versione più brada possibile del free-jazz, reali progenitori del free-noise anni 2000, del nippo-noise anni 90 e di alcune fra le tendenze più estreme dei 30 anni a venire, gli Airway furono un progetto estemporaneo messo in scena da alcuni musicisti della scena arty di Los Angeles altrimenti definita LAMFS, che suonò soltanto dal vivo per poche date nel 1978.
L'idea del fondatore, Joe Potts, era di schierare una formazione che elevasse il muro di suono più feroce possibile in cui piazzare messaggi subliminali per manipolare il pubblico. Stando alla leggenda, i presenti terrorizzati tendevano a scendere ai piani sottostanti pur di non subire il trattamento (la qualità non è eccelsa ma si intuisce che il volume doveva essere alto all'inverosimile), ma in altre circostanze venivano attirati verso il palco o in altre direzioni della sala.
Che sia stato uno scherzo o no, questa mezz'ora scarsa di puro terrore fa ancora un po' paura. Come ha dichiarato Tom Recchion, schierato alla batteria, non c'era nessun accordo fra i musicisti nè direttive impartite se non quella di suonare più forte e rumoroso possibile. Dei messaggi subliminali, invece, nessuna traccia, se non quella di lasciar scorrere l'ascolto per una catarsi terrificante ideale dopo una giornata di lavoro un po' stressante.
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