giovedì 30 luglio 2015

Mark Isham - Tibet (1989)

Trombettista newyorkese di estrazione jazz che a partire dagli anni '70 diventò musicista di tour e studio richiesto da mezzo mondo. Io l'ho conosciuto per le frasi semplici ed incantevoli con cui impreziosiva alcune fra le pagine più memorabili di David Sylvian.
Parallelamente a queste attività, Isham ha sviluppato una carriera solista (anche come autore di colonne sonore) fra fusion sofisticata, world music e ambient/new age. 
Tibet è una suite strumentale in 5 movimenti in cui tutti i suoi stili vengono assortiti con un senso del gusto ammirevole. Non c'è un momento di autoindulgenza. La tromba del leader è soltanto un discreto elemento dell'ensemble di virtuosi assemblati per l'occasione (un nome, David Torn alla chitarra di chiara estrazione frippiana). Poi, ovvio che questa musica non potrà evocare proprio a tutti la natura tibetana; semmai la contemplazione del paesaggio da un comodo studio al riparo dal gelo, con vista panoramica. In ogni caso, chi odia questi suoni elaborati ed iper-prodotti stia alla larga.

Nessun commento:

Posta un commento