Ci vuole del tempo, ma in effetti è quasi un paradosso che un amante dell'ambient-music come me non si sia mai avvicinato alla new-age e non ne so il motivo. Ci è voluto un bel servizio su un Blow Up di Marzo 14, scritto da un giornalista di cui normalmente non mi fido molto (G.D.Soler), ma che in questo caso mi è sembrato onesto e sincero. Il Sacred Space Music dell'americana Demby, considerata la sacerdotessa per antonomasia della new-age, viene indicato come probabile punto più alto del genere ed in effetti è un capolavoro di misticismo da camera per piano, synth, viola e dulcimer.
Con questi da due pezzi di 20 minuti ciascuno, la Demby realizzò un'ambientazione pregna di struggimento infinito e di intensa commozione che stilisticamente aveva come precedenti soltanto Budd e i Popol Vuh. In The Longing il protagonista è l'aulico dulcimer, che ancestrale e tintinnante all'infinito si insinua dappertutto, ma la vera sensazione è data dalle partiture incantevoli di piano e dal contrappunto essenziale della viola. In Radiance è ancora il dulcimer a dare il via, ma questa volta è il synth a prendere possesso della situazione e regalare stati di trance. Non so quanti dischi ascolterò ancora di new-age, ma mi sembra molto arduo che tale magia sia stata superata.
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