Ma con queste facce, cos'avrebbero potuto creare i tre ceffi se non un oggetto sonoro non identificato?
Perchè di tale si tratta, Ufo. Un monumento al free-rock intero, ovvio figlio della propria epoca ma proiettato in altre dimensioni.
Prendiamo i tre componenti: un chitarrista schizofrenico e visionario allo stesso tempo, in lotta continua con sè stesso. Un bassista minimale fino alla follia e dall'impatto sismico; se c'è un merito nei Guru Guru di aver anticipato di decenni lo stoner, gran parte è suo. Un batterista di estrazione jazz che asseconda il caos primordiale autogeneratosi con uno stile che anomalo è dir poco.
L'aspetto più importante, dopo 45 anni, è ancora l'impossibilità di poter classificare Ufo: non era jazz-rock, non era per nulla Hendrix, neanche l'ombra del blues, non era neanche avant-rock visto che non so quali reali eredi possano essere stati designati da allora fino ad oggi. Le visioni (da urlo, distorte, drogate, impazzite, quel che si vuole) dei Guru Guru finirono per imprigionare fantasmi da cui essi stessi non riuscirono a liberarsi (nettamente inferiori i dischi successivi, ma sarebbe stata veramente dura impattarlo).
Non dimentico di notare che anche questi erano i figli della seconda e perduta guerra mondiale. Altri figli della penitenza enciclopedica teutonica.
Non dimentico di notare che anche questi erano i figli della seconda e perduta guerra mondiale. Altri figli della penitenza enciclopedica teutonica.
Nessun commento:
Posta un commento