Un bel lusso, avere RW come autore della colonna sonora, ma è chiaro che non si trattò di una congiuntura da industria: innanzitutto il film era un documentario animalista contro la vivisezione, in quegli anni Wyatt era all'apice del suo impegno politico al punto di aver lasciato la musica in secondo piano, con tutti quei singoli di cover popolari francamente inutili (a livello musicale).
Eppure, nonostante la sua funzione di servizio, The animals film testimoniava che il Maestro era ancora in forma per fare qualcosa di diverso: in neanche mezz'ora si cimentò con una pseudo-library che ovviamente non aveva nulla a che fare con Rock Bottom nè con quant'altro realizzato nel decennio di massima gloria. Ben poco spazio era riservato alla voce, con un intervento fonetico-melodico nella sigla di apertura ed un cicaleccio effettato nella traccia n.7. Affiora a più riprese il germe di quella follia memorabile che fu End of an ear, anche se traslato in un ottica deformata fatta di quadri minacciosi se non angosciati, per l'appunto affine alla library più criptica e con punte ai limiti dell'industriale.
Potrebbe anche non essere riservato ai fan di stretta osservanza del RW, tanto è ostico: ma in fondo viene da pensare che qualsiasi genere avesse affrontato, gli esiti non sarebbero mai stati meno che interessanti.