mercoledì 2 novembre 2016

Warmer Milks ‎– Radish On Light (2006)

Stranissimo incrocio fra ubriachezza post-folk, noise ed art-rock per questo gruppo aperto del Kentucky facente capo al chitarrista Turner, che ha pubblicato una selva di dischi nel giro di tre anni per poi sciogliersi. Radish on light, primo della serie, è a dir poco disorientante. All'inizio sembra una versione ubriaca e/o sballata degli Oxbow (In the fields), poi deraglia in un magma ribollente di ampli seguito da un motorik marcio sopra un delirio di chitarre sbilenche e voce strozzata (The shark), poi si focalizza su un fermo-immagine degli U.S. Maple ignorante ed indurito (Pentagram of sores), per terminare con un lento, interminabile concerto di feedback controllato con tambureggiare sottostante (la title-track), equivalente ad una passeggiata in mezzo alla lava. La domanda è di quale sostanza possano aver abusato i Warmer Milks, la risposta è che ne so, intanto il disco è una goduria per le orecchie comprensive e vogliose di musiche inaudite.

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