mercoledì 4 luglio 2018

Candy Machine ‎– A Modest Proposal (1994)

Esempio di band americana di metà anni '90 che avrebbe avuto le potenzialità per diventare una piccola celebrità underground; fossero nati a Washington, ad esempio, avrebbero sicuramente guadagnato un posto alla Dischord e la conseguente esposizione; invece brancolarono per pochi anni fra oscure e piccole indies per poi scomparire.
A modest proposal fu recensito sul primo Blow Up che comprai; era il n.3, quello con l'anonimo EP degli Slint in copertina, quello di Musiche d'americhe. La recensione aveva un paio d'anni di ritardo, ma all'epoca ci poteva anche stare, visto che era ancora una fanza che freneticamente cercava di stare al passo coi tempi (e ci riusciva alla grande, direi). La band pareva provenire dal post-hardcore, e forgiava il proprio stile sardonico attraverso l'influenza palpabile dei Fall più ruvidi, con un approccio funky sostenuto, le chitarre post-Sonic Youth e post-Fugazi. Un disco godibile e divertente, immerso fino al collo nella propria epoca, che ai tempi non so se avrei adorato ma che ho avuto la soddisfazione di ascoltare a più di vent'anni di distanza.

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