sabato 28 luglio 2018

Have A Nice Life ‎– The Unnatural World (2014)

Ammetto che nel primo momento in cui ho ascoltato il secondo degli HANL, la mia sensazione è stata di disappunto. Troppe le aspettative dopo il capolavoro che ce li rivelò, e per più di un motivo. Innanzitutto il disco è molto, ma molto più breve del predecessore; sembrerebbe un assurdità, ma alla fine uno dei pregi di Deathconsciousness era questo dolce dipanarsi in un lungo percorso in cui al termine tutti i tasselli si completavano meravigliosamente, con tutti i suoi vari climax. Unnatural world invece è breve, ha un vago sentore di raccolta di scarti; suona molto più post-shoegaze, contiene alcuni passi falsi (i due strumentali 4 e 8, estatici ma sostanzialmente innocui e vacui; un pezzo quasi pop come Unholy life, impensabile per loro), ma voglio dire, cercavamo una replica del colosso? Pretendevamo che facessero un'altro sforzo così titanico?
Se dopo 6 anni se ne escono con un disco stentato come questo, significa che hanno poco tempo o poca voglia, ma se continuassero così (siamo già a 4 e non c'è odore di novità) io sarei comunque contento; Defenestration Song, Burial Society, Dan and Tim Reunited by fate e Cropsey rivivono la magia gotico-nebbiosa che i Dan e Tim hanno saputo rendere realtà diventando così i re indiscussi di qualsiasi revival della new-wave degli ultimi 10 anni.

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