giovedì 9 agosto 2018

Julian Cope ‎– Fried (1984)

Il classicissimo e programmatico secondo disco del JC tartarugato a spasso per la campagna, un costume che 30 anni dopo egli stesso definirà valorosamente ridicolo. Uscito solo 8 mesi dopo l'esordio, contiene fra i migliori episodi in assoluto di tutta una carriera in cui l'ambizione ha prevaricato spesso i risultati finali. Già l'apertura è un delirio, con i 6 minuti di Reynard the fox che si candida a miglior pezzo in assoluto escluso dal repertorio Teardrop Explodes: ritmica serrata tipicamente wave, refrain inarrestabile, delirio di cocci in frantumi. Tutta la Side A è a livelli stellari, con la catalessi celestiale di Laughing Boy, l'arrendevolezza di Me Singing, il revival '60 di Bill Drummond Said. La Side B inevitabilmente non può ripetersi, ma dispensa il pastoral-prog di Search Party e persino una (involontaria, spero) parodia semplicistica di Peter Hammill in O King Of Chaos. Nel 1984 c'erano ben pochi dischi così fuori dal proprio tempo.

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