Le sorprese non mancano, anche quando siamo verso la fine dell'alfabeto. Figlio di un direttore russo emigrato in Francia, IW si diplomò in pianoforte e già piuttosto giovane si ricavò una carriera come sonorizzatore. Il suo esordio solista invece è un opera tremebonda fra neo-classica tempestosa, avanguardia, rumorismo e foschissima psichedelia in stile Ummagumma, disco in studio, parti più sperimentali.
Eseguito da un gruppo prog transalpino a me sconosciuto, i Triangle, più cori mixati e nastri magnetici, Logos ha un suo percorso ben preciso: inizia con un drone galattico cupissimo, le voci in stile operistico-tragico che poi si perdono in un caduta libera come dal purgatorio ad un girone infernale, le percussioni orchestrali in sincrono con i fischi siderali dei nastri, i violini che entrano ad invischiare le atmosfere già torbide (per certi versi affini alle opere più spericolate di Egisto Macchi); e nel finale, quando sembra che la composizione sia prossima all'esaurimento, Danse Sacrale vira improvvisamente verso un demoniaco psych-free-rock, con la chitarra in feedback ed un riff memorabile all'unisono, beffardo e dispari, un motivo horror in piena regola. Invecchiato benissimo come le migliori opere library, ma con un focus fortissimo. Un compositore da perlustrare.
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