I due attuali estremi della risicatissima e discutibile discografia del trio di Seattle. Ai tempi della fondazione e della registrazione di Co-Pilots, Salter e Woods si arrangiavano con una drum-machine curatissima e sofisticata, ed avevano già forti attributi da mettere in mostra, dal punto di vista tecnico. Lo stile era quello un po' più giocoso e meno muscolare del LP d'esordio Bears in the yukon, sul quale confluirà la qui presente The writer's audience is fiction, piccolo gioiello explosionsiano in fast forward. L'influenza del quartetto texano è evidente per tutta la cassetta ma appariva chiaro che si trattava di un evoluzione soprattutto in chiave ritmica. Sull'eccezionale Harmonic Motion di 3 anni dopo appariranno versioni opportunamente rielaborate di In Case I Should Die e Let's have sarcasm for breakfast, che qui riescono comunque a fare la loro sporca figura prima dell'arrivo del piccolo grande drummer Mike Clarke. Un demo di gran lusso, in sostanza.
L'apparizione del 7'' Patient Glaciers, all'improvviso, due anni fa, è stata un piacere perchè significa che dopo tutto il trio è ancora vivo, e fa sorridere vederli dichiarare in un intervista non abbiamo più tanto tempo come una volta, ma siamo pieni di progetti e di idee da mettere in pratica. E' anche per questo che mi sono incredibilmente simpatici, i ragazzi: hanno pubblicato n. 25 pezzi in 14 anni, fanno qualche concerto e non sbrodolano perchè non fa parte del loro pensiero. I due pezzi sul vinile sono più o meno quello che mi potevo aspettare, il solito post-math-epic che non inventa nulla ma è di copyright inconfondibile, quel mix di forza e bellezza che mi conquista anche quando tutto il mondo si è voltato da altre parti. Forza YMD, datecene ancora un po'.
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