mercoledì 17 giugno 2020

Caudal – Ascension (2014)

Uno dei progetti collaterali più interessanti di Aidan Baker, proprio perchè divaga su aree da lui non direttamente esplorate in precedenza ma non impedisce di far emergere i tratti più talentuosi della sua sensibilità. Si tratta di un classico power-trio strumentale col bassista Sweeney ed il batterista Salazar, che pur essendo relativamente sconosciuti (e non certo giovanissimi, a giudicare dalla foto) fanno un lavoro eccellente soprattutto nei 20 minuti di Uprise, una sfuriata kraut-wave per batteria motorik, basso alla Hook e chitarra psycho-shoegaze. La personalità di Baker però esce alla grande nei 17 minuti di Slow Bow, una bomba atmosferica di indolenza e stratificazioni chitarristiche, che sviluppa magicamente stati di trance nel modo in cui (purtroppo in poche occasioni, in proporzione alla discografia un tantinello esagerata) Baker sa fare. Chiude 451S2, che riprende il martello ritmico su un tappeto timbrico ambientale, una sigla di chiusura un po' straniante ma efficace.
Disco eccellente, non certo per innovazione ma per esecuzione ed efficacia.

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