Il leggendario sampler primo atto della C/Z Records, nonchè ritenuto primo vero atto deliberato, dichiarazione d'intento del Grunge. Soltanto due acts su 6 prenderanno il volo verso la celebrità; dei giovanissimi Soundgarden ancora piuttosto succubi delle radici hardcore (quindi subito prima della breve deriva wave delle prime pubblicazioni), con un Cornell quasi irriconoscibile, e degli altrettanto acerbi Melvins, già debordanti ma ancora un po' indecisi se spingere sul pedale dei bpm o trovare la quadra l'anno successivo col primo album.
Chi avrebbe meritato il successo, dopotutto, erano i Green River di Mark Arm e dei due futuri Pearl Jam, una band che in prospettiva avrebbe potuto fare sfracelli, ma la loro storia era già verso il capolinea. Chiudono il sampler 3 nomi minori; i Malfunkshun, pretenziosi nel loro glam-horror-sabbathiano, gli Skin Yard di Jack Endino, autori di un art-noise un po' velleitario ma tutto sommato dignitoso, e gli U-Men con un noise-voodoobilly divertente ma passabile.
I due pezzi dei Green River valgono il prezzo del biglietto, ed i 4 dei Melvins sono interessantissimi in prospettiva. Deep Six fu tutt'altro che un sampler professionale (la produzione latita parecchio), ma l'entusiasmo che lo circondava si percepisce tutt'ora col coltello. Dopotutto, erano bei tempi che presagivano una rivoluzione copernicana, e nel bene e nel male questi ragazzi ne furono protagonisti.
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