Nella miriade di memorabilia che ha portato finalmente alla luce la mega-cofana The Early Years nel 2016 spicca la riproposizione integrale di un concerto ad Amsterdam nel settembre del 1969, di cui conoscevo una quantità parziale su un vecchio bootleg, ma aggraziato di una qualità audio a dir poco fenomenale probabilmente frutto di un lavoro di restauro supportato dalle migliori tecniche (e dai migliori tecnici) al mondo. Ne valeva la pena, così come merita di essere ascoltato ogni minuto di qualsiasi cosa abbiano suonato nell'anno di grazia 1969.
Fra l'Aprile ed il Settembre portarono on the road il concettone The Man & The Journey, immagino un idea di Waters, che consisteva in due lunghe suite all'interno delle quali si concatenavano diversi brani del periodo alternati a sperimentazioni di vario tipo e dilatazioni un po' pretenziose mentre sul palco andavano in scena anche performances visuali, direi da teatro surreale (i passi, il taglio del legno, il tè servito, etc.). L'idea era di ricavarne un disco dal vivo, ma non se ne fece nulla per via del sopravvento di Ummagumma che poi uscì in autunno. Fu una buona idea, perchè la prova del disco ufficiale avrebbe deluso le aspettative, per uno show così legato all'aspetto visivo.
A meno che non si prendano le parti migliori di questo fantasmagorico concerto e si gusti il gruppo in una delle sue fasi più ispirate di tutta la storia. Come negli inediti Biding My Time, un beffardo e metallico blues con Wright al trombone, e l'evocativo strumentale Behold the temple of light, che avrebbe meritato un maggior sviluppo. Come nelle miglior versioni di sempre di Cymbaline (9 minuti), di The Narrow Way pt. 3 (pazienza se Gilmour stecchi la voce, ne guadagna in visceralità!), della barrettiana Pow.r Toc.h, di Careful with that axe, Eugene. I più esperti noteranno qualche sbavatura (soprattutto di Waters), e troveranno conferma del perchè quei 4 pezzi sono finiti su Ummagumma, ma godranno per l'ennesima volta di quella congiuntura astral-lisergica che si allineava in Europa nell'anno di grazia 1969, grazie al lavoro titanico dei Nostri. Grazie ad un Gilmour di un altro pianeta, manco a dirlo, con un suono da pelle d'oca ed una serie di assoli incredibili.
Nessun commento:
Posta un commento