mercoledì 7 gennaio 2015

Angelic Process - Weighing Souls With Sand (2007)

Con l'invenzione del doom-gaze nel primo album del 2001, gli AP finirono per influenzare i Nadja che approdarono a queste sonorità soltanto un paio d'anni dopo. Ma a differenza delle suite quasi free-form di Aidan Baker, i georgiani sono sempre stati dalla parte delle forma canzone e soprattutto da quella della intensitività emo.
Come nel caso dei Nadja, trattavasi di una coppia mista, Kris e Monica, che in poco più di un lustro ha costruito questo suono originalissimo, indipendente da un ipotetico retaggio metal: muraglie impenetrabili di chitarre suonate alla maniera shoe-gaze con tutti gli effetti, ma con la sostanziale differenza della distorsione senza sosta: l'equivalente di uno tsunami. Ritmi generalmente lenti, di derivazione doom. Composizioni epiche, vocalità fine ma disperata, ed uno spleen emotivo che ricorda in qualche modo i Cure della gloriosa trilogia dark
Questo fu il loro testamento, nonchè apice di potenza e massimalismo del percorso. Se qualcuno pensa che sia un disco monotono perchè i pezzi si assomigliano tutti e lo tsunami alla lunga può stancare, allora non l'ha ascoltato con l'attenzione che si merita. Perchè scoprirebbe il filo rosso che segna le lunghe tracce (il sospetto di concept mi sovviene) in un escalation non scomponibile che culmina drammaticamente con How to build a time machine.
L'anno successivo lui ebbe un non meglio precisato infortunio alla mano e poi si tolse la vita. Certi demoni dovevano esser parecchio duri, da scacciare.


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