Messo in commercio furbescamente un anno dopo la resurrezione di L'erba, Lost and found in realtà è prodotto di Faust'O. Un live in studio del 1982 per rodare una formazione destinata ad una serie di concerti, potrei presupporre. E' il momento del grandissimo Out now, ma ha appena firmato per una major, è la sua seconda possibilità di diventare famoso ed è la vigilia di Faust'O, disco fatto di ottimo materiale ma rovinato da una produzione scandalosamente mainstream e plastificata.
Ad ogni modo, la formazione suona da paura e ha un tiro pazzesco, con il fido bassista Fioravanti sempre protagonista. Al termine di ogni pezzo scattano inevitabili gli applausi di massimo una decina di persone presenti in sala, presumibilmente addetti ai lavori. Delle 11 tracce in scaletta soltanto 4 finiranno nell'incriminato omonimo, mentre tutte le altre resteranno inedite e peraltro senza titolo (di certo un destino migliore, piuttosto che finire nel tritacarne).
E' new-wave imbastardita dal talento istrionico dell'autore, null'altro. Il sax onnipresente a punteggiare melodico, la sezione ritmica a motorizzare con incredibile perizia, una chitarra affilata ed efficace, Rossi in forma stellare. A dispetto della veste sciatta e rinnegata, Lost and found è il miglior esempio del Fausto euro-oriented.
Un altro maestro italiano misconosciuto.
RispondiEliminaBello davvero.
omm'e'mmerd.
RispondiEliminaogni occasione è buona per ribadirlo.
E si, ci siamo! :-)
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