domenica 4 gennaio 2015

Belbury Poly - The Belbury Tales (2012)

Se non fosse per: 1) la produzione e la medio-alta fedeltà del suono, ascrivibile alla categoria freddo digitale 2) certi beat sintetici 3) un paio di episodi, peraltro non entusiasmanti, dediti rispettivamente alla new-wave (Chapel perilous) e ai corrieri cosmici tedeschi (Summer round), questo disco potrebbe tranquillamente essere confuso per un reperto library dei primi '70; l'influenza di Umiliani (che sia stata esposta all'artista o meno) aleggia su più o meno tutto, sia per i suoni che per il canovaccio compositivo.
E' un disco squisito, fresco e frizzante come una brezza estiva. Autore ne è Jim Jupp, solista gallese attivo già da una decina d'anni e co-proprietario di una label, la Ghost Box Music, dichiaratamente innamorata delle colonne sonore e della library degli anni '70. Così i pezzi scorrono che è un piacere, fra arie sbarazzine e melanconiche, intrise di tastiere vintage, ritmiche caracollanti e qualche vocalizzo femminile, con al vertice un paio di episodi clamorosi (A pilgrim's path e Earth lights).
Potrebbe anche piacere ai profani della library, vista la sua sopracitata e sottintesa modernità.

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