In tempi in cui il sovraccarico di informazioni è scontato, fa ancora fascino trovare personaggi di cui si sa poco o nulla. Non a caso trattasi di un reduce dei '90. Grains è tale Rob Williams, ai tempi in un tal gruppo chiamato Ubzub, che non ho mai ascoltato. Per chi li abbia conosciuti all'epoca, invece, questa recensione forse è abbastanza esaustiva.
Nel 2009 ha rilasciato questo CDr (promotrice un etichetta italiana dedita al weird-folk che durò solo un paio d'anni) che contiene esclusivamente pezzi per chitarra acustica, qualche voce sparsa, qualche tastiera e ben poco altro. E' un disco fantasma, talmente assente e svanito che si rischia di perdere la cognizione del tempo durante l'ascolto (è abbastanza lungo, comunque). Oltretutto è in maggior parte strumentale, le chitarre sembrano lievemente scordate, le sequenze sono ripetitive fino all'ossessione. Williams non sembra essere tanto a posto con la testa.
Soltanto nel finale tira fuori la voce, come se il torpore in cui era sprofondato si interrompesse, ma non del tutto. Compare quindi anche un po' di retaggio psichedelico, e all'orizzonte si materializza persino lo spettro dei Supreme Dicks, acustici e senza batteria.
Sulla carta uno dei dischi più pallosi della storia. Per me è stupendo.
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