domenica 18 giugno 2017

Implodes ‎– Recurring Dream (2013)

Difficile, difficilissimo ripetersi ai livelli di un esordio che aveva fatto gridare al piccolo miracolo nel 2011. Per il secondo album gli Implodes non hanno cambiato un granchè la loro formula fuzz-drone-gothic-foggy, se non affidandosi ad un suono più nitido e pieno, per non dire di una produzione più professionale.
Punto che sulla carta non sarebbe a favore, in luogo di una leggera perdita di spontaneità e/o mistero che ammantava Black Earth: svelato l'arcano, al primo ascolto rispetto ad esso sembrano mancare persino i pezzi killer e/o quelle divine parentesi acustiche che lo impreziosivano. Insistendo con l'approfondimento, poi però si scopre un album molto compatto, focalizzato più sulle atmosfere caldo-freddo che i chicagoani sanno confezionare con (pare) estrema facilità e naturalezza. Ed allora sì, pazienza se il miracolo non si ripete, lasciamoci andare in questo sogno senza prevenzioni; in casa Kranky sono ancora i campioni.

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