Corollario di vinili 7'' che hanno contraddistinto la prima fase, più creativa ed esplosiva, degli Shellac of North America. E che hanno confermato la loro tendenza ad essere altalenanti, ad alternare cose mostruose ad altre scazzate e fuori fase, che vista così potrebbe anche essere letta come simpatica propensione a non prendersi troppo sul serio: io no, al primo ascolto di At Action Park li presi sul serio così tanto che da allora non ho mai smesso di incazzarmi per tutti i seguiti, al confronto di cui erano come minimo deludenti.
The bird is the most popular finger 7'', il primo della lista, titolo ironico in onore dei Six Finger Satellite di cui Albini aveva appena prodotto The pigeon is the most popular bird; poco più di un demo strumentale di Admiral e Pull the cup in chiave lo-fi; come premessa poteva anche essere interessante, ma col senno di poi è praticamente inutile.
Con The Rude Gesture (A Pictorial History), si inizia a fare sul serio ed il trio comincia a schiacciare sassi senza pietà, con The guy who invented fire e Rambler Song. The billiard player song indugia su lunghe pause quasi slintiane, mostrando anche il lato più frastagliato dello Shellac-sound.
Uranus, esplode la bomba sul pianeta. Doris e Wingwalker aggiungono, alla già oliata macchina da paura, un senso drammaturgico inimmaginabile e forse mai raggiunto da nessuno prima di loro.
Nel 1995, Billiardspielerlied per una indie-label tedesca, e siamo già al cazzeggio. Su un lato una versione live allungata ma tutto sommato non prescindibile di Billiard Player, sull'altro 1 minuto di chiacchiere fra Albini ed il pubblico di Amsterdam per denunciare il furto del giaccone verde di un loro amico.
La carrellata si chiude con due split, che fanno pensare quanto sia importante l'amicizia per Albini, molto prima che le pretese artistiche. Altrimenti non si spiegherebbe per quale motivo gli onorevoli Shellac dovessero condividere un pezzetto di vinile con due bands così mediocri come i Caesar nel 2000 (indie-emo-pop quasi imbarazzante) e i Mule nel 1997 (una parodia moscia moscia dei Jesus Lizard); forse per questo però si spiega perchè sui loro lati i tre non è che si sforzino di fare grandi cose: una Agostino un po' spenta e poco convinta ed una versione "soft" di Rambler Song, curiosa ma non certo imperdibile.