Già con Children Of God sembrava impossibile che fosse lo stesso protagonista che aveva iniziato la saga Swans su coordinate che più bieche non si poteva. La progressione di Michael Gira verso un suono ancor più orchestrato e mellifluo trovò così la sua foce naturale in White Light From The Mouth Of Infinity, disco storico anche perchè fu il primo numero in catalogo della sua Young God.
Questa ossessione per un Dio così ricorrente fece intuire che sì, l'ex indemoniato aveva visto la luce, ma era una luce tutta sua. Le armonie così solenni, gli arrangiamenti cristallini sostenuti dal suo baritono impassibile, la sua ispirazione cosmica in pezzi dalle strutture semplicissime e circolari, rendono a tutti gli effetti il disco il parto di un songwriter, al punto di confinare Jarboe in un paio di episodi. Nonchè uno dei suoi capolavori gotici.
Evvai!
RispondiEliminaQuesto si! Ma Fadgjan Stevens proprio no!
Ma perchè?
RispondiEliminaGracias. Uno de los mejores álbumes de SWANS.
RispondiEliminaDe nada!
RispondiEliminaNon avresti per caso il Michael Gira 1995 Drainland?
RispondiEliminaGrazie.
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