mercoledì 21 marzo 2018

Airportman ‎– Letters (2008)

Chiamarsi come il primo pezzo di Up! dei Rem, forse una delle tracce meno digeribili per i fans più puri del quartetto-poi-trio di Athens, sempre che fosse questa l'origine dell'ispirazione, è stata una stranezza che non mi ha mai indotto all'ascolto di questo prolifico (10 dischi in 10 anni) gruppo cuneense; che poi sapessi che tutto era fuorchè un clone della banda di Stipe, non importava.
Oggi, ascoltandoli per la prima volta, mi rendo conto che non è stato giusto, perchè almeno Letters è un disco che, seppur abbastanza monocromatico, riluce di un eleganza formale e rustica al tempo stesso, intriso di una malinconia cinematica che a tratti ha del sublime. L'ispirazione può esser derivata dalle tristi nenie dei Black Heart Procession, o dalle tessiture agresti dei Drunk, o dalle rarefazioni di Mark Hollis; composta da 9 tracce senza titolo, è un'unica grande meditazione dal sapore rurale (evidente tratto dna piemontese, mi ha anche ricordato i Madrigali Magri, nonostante le evidenti differenze), priva di qualsiasi ritmica, con un cuore grande così.

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