Potentissimo, delirante e contorto avant-math-noise da parte di un quartetto newyorkese dalla vita breve ma con ramificazioni ben cementate nel giro cittadino di questo tipo di avanguardie soniche senza controllo. Forti di un bagaglio tecnico notevole, svilupparono le lungimiranze dei King Crimson di Red e dei This Heat di Deceit contaminandole con un approccio quasi jazz, sia per la presenza di un sax molto free che per l'attitudine alla jam, per approdare ad uno stato di noise-trance quasi ipnotica nel suo dipanarsi senza bussola. Questo fu il loro primo album e sarebbe stato quasi un masterpiece se non fosse stato inquinato dalla traccia finale, che si prolunga inutilmente per 34 minuti, decisamente un po' troppo anche se preso in ottica minimalistica.
martedì 13 marzo 2018
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento