venerdì 8 ottobre 2021

Manic Street Preachers ‎– The Holy Bible (1994)

Ho sempre provato un'implicita simpatia per i MSP, nonostante non mi sia addentrato molto dentro il loro repertorio. Ho sempre trovato gradevole la voce di Bradfield, a mio avviso un cantante dal timbro personale e perfetto per il loro pop-core. Le trovate sensazionalistiche degli inizi per far parlare di sè stessi e catturare attenzioni si ritorsero loro contro, con la scomparsa nel nulla di Edwards nel 1995, non propriamente un evento gradevole per il tam tam mediatico. Nonostante questo, la stampa non perse mai occasione per bombardarli di critiche. L'anno prima avevano fatto il terzo album, questo Holy Bible dal titolone altisonante e presuntuoso come da copione, ma meglio dei due precedenti. Produzione compatta, un'occhiolino alla new-wave più energica e si toglievano da dosso etichette pericolose e paragoni ingombranti. Ricordo su un Indies dell'epoca il video di She is suffering, il pezzo migliore della lista, ma oggi si fanno apprezzare ancora Of Walking Abortion, 4st 7lb, The intense humming of evil, ovvero le deviazioni verso il loro lato meno ammiccante. 

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