lunedì 26 dicembre 2022

Fucked Up – Year Of The Horse (2021)


Una decina d'anni fa ascoltai il pluri-premiato David Comes To Life e non mi piacque. Forse sarebbe servito qualche ascolto in più, ma non gli diedi la possibilità. Trovai un po' irritante il ruggito monocorde del corpulento cantante, che era l'anello di congiunzione con le origini hardcore di un gruppo che comunque si era evoluto parecchio e faceva sforzi titanici per suonare originale ed andare un po' oltre i propri limiti.

Una decina d'anni dopo, Year of the horse fa decisamente un altro effetto. Le sfuriate hardcore ci sono ed il ruggito monocorde le accompagna con la dovuta devozione, ma ormai sono solo un 30% del mastodontico output (4 pezzi per quasi un'ora e mezza). I canadesi sono cresciuti insieme alle loro ambizioni, dimostrando che la tenacia può essere costruttiva anche in mancanza di altri fattori di talento.

Quanti gruppi suonano su questo disco? Che carrellata di generi, stili e scenari scorrono? Durante l'ascolto ho perso il conto, e i Fucked Up sono degli incoscienti. Quanti rischi può accollarsi un gruppo come in questo caso, in cui si può passare da una stentorea litania piano/voce femminile ad un'aria western-plagio-morriconiana, da una minisinfonia per quartetto d'archi ad una marcetta vaudeville, da un sinuoso alt-funk ad un'escursione etno-folk, da un requiem per trombe e voci femminili ad un eccetera eccetera eccetera.

Non ho concesso neppure a Year of the horse il numero di ascolti che si meritava, ma è andata decisamente meglio di David. Il coraggio e l'ambizione vanno sempre stimati, ed anche se non ascolterò mai più i Fucked Up, ricorderò questo tomo come un episodio talmente folle da sembrare costruito con un algoritmo. 🤔​

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