Trio austro-neozelandese attivo su Kranky nello scorso decennio, dedito ad un ghost-rock degno di grande attenzione.
Questo fu il primo album e sorprendentemente faceva riprendere nuova vita al suono dei Talk Talk di Laughing Stock e dei Bark Psychosis di Hex, però con un distacco emotivo che li rendeva a loro modo diversi da quel mood tipicamente britannico.
Quasi ovvio, vista la provenienza non solo geografica: il cantante/chitarrista Roberts, il bassista Dafeldecker ed il batterista Brandlmayer erano di estrazione art-avant e questa loro trasposizione dello slow-core finì per diventare una formula a dir poco originale.
Le sonorità sono pacate ma non gentili, con una chitarra pigra e discreta, la voce praticamente un sussurro, le ritmiche sonnolente; da potenziale sonnifero il disco si trasforma in un cunicolo notturno stracarico di fascino e mistero. Da segnalare la presenza alla produzione ed alla registrazione del connazionale Tricoli.
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