Castelli e ville toscane in Italia, si chiamava il documentario o la serie in questione. Dietro il (non felicissimo, diciamocelo) monicker delle chitarre giapponesi si celava il polistrumentista Marco Melchiori, altrimenti detto Rimauri, librarysta attivo dalla metà degli anni '70 e omaggiato recentemente di qualche ristampa dalle australiane Dual Planet e Roundtable.
Abbastanza stravaganti, queste ville e questi castelli. Si penserebbe a qualcosa di più bucolico e agreste, per gli incantevoli scorci toscani, invece Melchiori si rivelava un freak intento a destreggiarsi fra caracollanti atmosfere tardo sixties, digressioni chitarristiche di retaggio psichedelico, qualche incursione cosmica con synth fischianti e soprattutto la lunghissima Old Colours, elucubrazione pianistica seriosissima e drammatica nonchè citata come sigla della trasmissione...
La coesione collettiva è pari a zero, al punto si direbbe più una raccolta; però stranisce ed incuriosisce a tal punto che diventa irresistibile.
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