E chi se lo aspettava che Britt Walford (batterista degli Slint) tornasse ad una nuova attività dopo una vita? Ci voleva il sostegno del chitarrista Zak Rails dei Grails e di un misconosciuto tastierista tal Tyler Trotter. E' un piacere vedere certe leggende tornare ad un ruolo più o meno creativo, anche se il suo compito in This world alla fine è di semplice supporto senza tanti scossoni.
Diciamo che gli Watter nascono con delle buone intenzioni, tipo quella di non suonare per nulla louisvilliani e ci riescono senza problemi. L'intento è quello di creare soundscapes e grandi orizzonti post-psichedelici, rigorosamente psichedelici: l'ombra lunga degli stessi Grails (riferimenti vagamente mediorientali, grande enfasi e spazi) si allunga sui momenti migliori, ma nella maggior parte del disco l'influenza maggiore sembra essere quella dei Porcupine Tree degli anni '90, cioè quelli più atmosferici. Il che non sarebbe certo un problema, però al gruppo sembra mancare l'amalgama, le composizioni e gli schemi sono un po' troppo diluiti per intrigare. Detto questo, l'ascolto è gradevole perchè è tutta roba che sostanzialmente piace, ma lo si archivia con la netta sensazione che non lo si riprenderà più.
Nessun commento:
Posta un commento