La buona rinascita dell'ultimo Kozelek ha avuto un passo simbolico con questa collaborazione che ha dato grande segno di umiltà da parte dell'uomo, ovvero col gesto di mettersi in discussione all'interno di un gruppo che ha composto le musiche su cui ha cantato.
Ovvio che però lo potesse fare solo con una vecchia conoscenza, con quel Phil Carney che era stato il chitarrista successore di Gordon Mack nei Red House Painters. Desertshore è il suo progetto condiviso col pianista Connolly. Il risultato è un disco tutto sommato brioso e luminoso con una varietà di stili ragguardevole, dalla ballad pianistica al country frizzante, dal neilyounghesimo elettrico alle cavalcate acustiche tipiche di Kozelek solista. Le vere gemme però stanno altrove, nelle nevrosi controllate di Katowice or Cologne e Hey you bastards e soprattutto nelle moviole cristalline di You are not of my blood e Sometimes I can't stop, che riportano dritti dritti alle seconde pagine storiche dei RHP, diciamo altezza 95/96, e che prima o poi dovrò rivalutare.
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